‘Entropia Padrepio’, il nuovo album della band padovana Post Nebbia

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‘Entropia Padrepio’ è il nuovo album dei Post Nebbia, per Dischi Sotterranei/La Tempesta, terzo lavoro in studio della band padovana nata dalle esplorazioni di home recording di Carlo Corbellini. L’album è interamente scritto e arrangiato da Carlo Corbellini, che alla produzione artistica si fa affiancare da Fight Pausa, che restituisce un’organicitá terrena a composizioni dall’intenzione mistica e spaziale, a tratti fantascientifica.’Entropia Padrepio’ affronta tematiche profonde, che non aspira a risolvere o esaurire ma ad esternare e indagare: tutto nasce da una personale indagine spirituale di Carlo, che lo ha spinto ad affrontare attraverso i brani del disco una sorta di autoanalisi, interrogandosi su se stesso. Il disco riprende l’immaginario estetico e l’idea di salvifica e potente dimensione collettiva e rituale della religione cattolica e ne fa una metafora per esplorare se stessi. Il risultato è un album intimo ma quasi mai intimista, che alterna argomenti dal peso specifico elevato (la morte, il rito, la catarsi, il sacrificio della propria individualità all’infinito) utilizzando appunto la chiesa come universo narrativo di riferimento, come linguaggio e come ambiente sensoriale, architettonico e iconografico.

Il disco comincia con una ‘Intro’: una disordinata cavalcata dai rimandi morriconiani che si apre con il suono delle campane e del vento campionati da un vinile di effetti sonori, per poi costruirsi su una linea di synth corredata di elementi percussivi ed effetti, il cui arrangiamento si sfalda verso la fine. ‘Voce fuori campo’ è un pezzo con elementi atipici per i Post Nebbia: cassa dritta e sonorità new wave che fanno da tappeto sonoro a un testo che parla del cercare la presenza di Dio in spazi e cose terrene, come una faccia dentro tutti i corn flakes. ‘Cuore Semplice’ parte da una frase della Bibbia per poi espandere il concetto: un sound psichedelico, fumoso e dai rimandi ecclesiastici si unisce a parole introspettive, venate di misticismo, che affrontano senza paura il tema della crisi spirituale. Anche ‘Pensiero Magico’ affronta il desiderio di essere soddisfatto da visioni universali e soluzioni quotidiane mistiche, slegate dal nesso di causa, esprimendole attraverso un pezzo divertente da suonare, storto nel ritmo e schizofrenico nell’arrangiamento, con un finale molto prog anni ’70.

‘Viale Santissima Trinità’ raccoglie invece una serie di momenti salienti dal sapore provinciale e vagamente inquietante a cui Carlo ha assistito in una chiesa di provincia. Il rito di iniziazione dalla natura non ben definita, immerso in un’atmosfera esoterica e che richiama i film di Dario Argento, di cui si parla in ‘Morte Rituale’ musicalmente si combina ad arrangiamenti articolati ad alto pericolo di eccessiva grandiosità, creando un sound che fluisce compiutamente, in modo brusco e teatrale. ‘Cristallo Metallo’, uno dei primi pezzi scritti nel disco, è un inno al percepirsi non più come singolare ma come parte dell’universale, al ritrovo della completezza attraverso il sacrificio, che nel pezzo assume un significato volutamente ambiguo, sia sentimentale che religioso o politico. ‘Freni Inibitori’ è stato invece l’ultimo brano a essere scritto, ed è espressione del desiderio di sapersi lasciare andare, in modo molto semplice e diretto, espresso anche in musica con progressioni di accordi più complicate e ritmi storti. Ogni sogno ha una fine, solo l’amore rimane: da questa frase, scritta in tedesco su un gadget di una fabbrica di casse da morto austriache, nasce invece ‘Solo l’Amore’: un intermezzo un po’ satanico fatto con una combinazione della voce di Carlo e quella di Google Translate, avvolte da una nube di effetti e inviluppi. In chiusura, ‘Oltre la Soglia’, il pezzo perfetto per concludere il disco. Il testo gira attorno all’idea di portarsi oltre la morte alcune caratteristiche della propria persona, imboscandole come sostanze illecite: in bottigliette d’acqua, doppi fondi, cerchioni delle auto.

Credit Photo: Ilaria Ieie

 

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