Da Las Vegas Sting ha dato inizio alla sua prima residency con lo spettacolo ‘My Songs’
Sting ha dato inizio a Las Vegas alla sua prima residency al The Colosseum at Caesars Palace con lo spettacolo ‘My Songs’. Prodotto dalla Cherrytree Music Company, Live Nation e Caesars Entertainment, ‘My Songs’ raccoglie un compendio delle canzoni più amate di Sting con riferimenti visuali dinamici ad alcuni dei suoi video più iconici. Il musicista inglese ha regalato ai suoi fan un concerto evento con brani che hanno attraversato la sua carriera come ‘Roxanne’, ‘Message in a Bottle’, ‘Every Little Thing She Does Is Magic’, ‘Every Breath You Take’ oltre a diversi inediti tratti dal suo prossimo album, ‘The Bridge’, che uscirà il 19 novembre.
Accompagnato da una band di cinque elementi tra cui Dominic Miller (chitarra), Josh Freese (batteria), Rufus Miller (chitarra), Kevon Webster (tastiere) e Shane Sager (armonica), e dalle coriste Melissa Musique e Gene Noble, con un set e video design creato da 59 Productions, Sting porterà avanti la residency di ‘My Songs’ fino al 13 novembre e la riprenderà a giugno 2022. I biglietti per gli spettacoli di giugno 2022 sono ora in vendita e possono essere acquistati al link www.ticketmaster.com/stingvegas.
Il primo singolo inedito tratto da ‘The Bridge’, ‘If It’s Love’, è un pop fresco e ottimista. Con la sua voce, un vero marchio impossibile da non riconoscere, Sting guarda all’amore con un approccio differente, semplice, paragonando il suo amore romantico al dover chiamare un medico per raccontare dei suoi sintoni.
“Non sono sicuramente il primo cantautore che paragona l’innamoramento o la fine dell’amore con una malattia incurabile -commenta Sting- e non sarò certo l’ultimo. ‘If It’s Love’ è il mio contributo a quel modello in cui la metafora dei sintomi, diagnosi e la propria incapacità rendono tutti noi simili tanto da ritrovarci a sorridere mestamente”.
Quanto all’album, ‘The Bridge’ racconta di uno Sting che si trova a riflettere sulla perdita personale, la separazione, l’interruzione, il confinamento e uno straordinario tumulto sociale e politico. L’album esplora una moltitudine di concetti e temi, rappresenta quel duraturo e in costante evoluzione legame tra idee, culture, continenti, i due argini del fiume. È anche una rotta verso il passato; così è stato che Sting si è trovato a ripensare alla musica e i luoghi che hanno formato le sue fondamenta, tanto da essere incastonati nel suo DNA.
“Queste canzoni -sottolinea Sting- sono tra un posto e un altro, tra uno stato mentale e un altro, tra la vita e la morte, tra le relazioni. Tra le pandemie, tra le ere, politicamente, socialmente e psicologicamente, ognuno di noi è bloccato nel mezzo di qualcosa. Abbiamo bisogno di un ponte”.
Rappresentando diversi momenti e stili della sua lunga carriera, e disegnando ispirazioni tratte da generi come il rock n’ roll, jazz, musica classica e folk, questo disco così eclettico di Sting è la quintessenza del pop rock come si sente nel brano che apre ‘Rushing Water’ e nella traccia indie-pop ‘If It’s Love’, nella ballata elettronica ‘Loving You’ e nella romantica ‘For Her Love’ che evoca nella memoria di Sting il periodo di ‘Fields of Gold’. In ‘The Book of Numbers’, ‘Harmony Road’ e ‘The Bells of St. Thomas’ si può sentire con maggiore presenza la lunga collaborazione con il chitarrista Dominic Miller.
Scritto e registrato durante l’ultimo anno in lockdown, al disco hanno collaborato Dominic Miller (chitarra), Josh Freese (batteria), Freese Branford Marsalis (sassofono), Manu Katché (percussioni), Martin Kierszenbaum (piano), Fred Renaudin (sintetizzatori) e Melissa Musique, Gene Noble, Jo Lawry e Laila Biali ai cori.
‘The Bridge’ verrà pubblicato in Italia in molteplici formati tra cui CD Standard (10 brani), CD Deluxe (13 brani), vinile standard nero (10 brani) Vinile bianco in esclusiva per il D2C Universal Music (10 brani).