Si intitola ‘Fahrenheit’ il nuovo singolo della producer pugliese Tuasorellaminore

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‘Fahrenheit’ (Romolo Dischi) è il nuovo singolo della producer pugliese Tuasorellaminore.
“Se non avete letto ‘Fahrenheit 451’ di Ray Bradbury fatelo. Perché è uno dei libri più belli, commoventi ed attuali di fantascienza nonostante sia stato scritto negli anni ‘50. La parte del libro a cui mi sono ispirata -spiega Tuasorellaminore- è quella in cui i personaggi vivono sotto una costante pressione psicologica costretti di giorno e di notte a sorbirsi concetti che appartengono ad altri o ad assimilare slogan pubblicitari che alla fine vanno a sostituire i loro ricordi. I personaggi non sanno più a chi hanno dato il loro primo bacio, chi è la loro madre, dove sono cresciuti, insomma non sanno più chi sono. Mentre si sforzano di ricordarsi qualcosa -prosegue l’artista- gli appare nella testa solo qualche slogan pubblicitario”.

“Questo -sottolinea Tuasorellaminore- è quello che mi capita dopo aver passato ore a cazzeggiare al telefono, arrivo a guardare le cose più inutili e non mi ricordo più nemmeno io da dove ho cominciato o perché. Questo è quello che accade a tutti noi, eppure facciamo finta di fregarcene. Eppure dico cose già dette negli anni ’50 e rivesto anche io uno schema che esiste. Sono noiosa ed esasperante anche io che dico queste cose, le solite cose da cui vorrei farmi salvare. È un paradosso, un controsenso. Ma sono consapevole, almeno in parte, di quello che vivo e cerco di scavare tra tutta questa melma fatta di frasi ad effetto, meme, sponsorizzazioni, video idioti, fenomeni, volti perfetti, luoghi lontani e bellissimi. Scavo e provo a risalire come dalle acque di un mare putrido per respirare aria vera, e ricordarmi chi sono e cosa di quello che ho nella testa è davvero mio. ‘Fahrenheit’ -aggiunge l’artista barese-  è fede. È il sapere con profonda certezza che chiedendo aiuto e rivolgendoci a qualcosa di più grande di noi possiamo essere salvi, plasmabili ma intoccabili, infiniti ed indistruttibili”.

Tuasorellaminore si è occupata anche in questo caso della produzione del pezzo avvalendosi della consueta collaborazione del batterista Dario Starace. La genesi è stata piuttosto lunga e complessa: “Abbiamo curato, cercato, scelto in maniera maniacale ogni singolo suono. I cori e la maggior parte dei suoni sono stati campionati da me. Ad esempio il coro che sentite sotto al ‘forse sono solo pazza’ -spiega- era in origine un coro russo che esegue l’inno dei Cherubini, opera tratta dalla liturgia di san Giovanni Crisostomo versione di Tchaikovsky che ho ‘smembrato’ e reso l’armonia delle strofe. È cantato soprattutto nelle chiese Cristiane d’Oriente e ortodosse: l’inno simboleggia la concelebrazione della liturgia terrena con quella celeste’ ed è la cosa su cui verte tutto il brano e che gli da un carattere mistico”.

In questa traccia è presente il basso di Francesco Luzzio, gli effetti delle chitarre di Dario John Lillo mentre Alex Grasso si è occupato di mix e master.

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