Giuliano Sangiorgi (Negramaro), se non si faranno più i concerti live potrei anche smettere

Last Updated: 12 Novembre 2020By Tags: , , , ,

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(di Daniele Rossignoli) “Non credo si possa andare avanti all’infinito con i concerti in streaming. Tutti noi abbiamo bisogno di sentire il contatto con gli altri. Mi viene da dire, anche provocatoriamente, che se continua questa situazione, se non si potranno più fare i concerti dal vivo, io tra due anni potrei anche smettere”. Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, esprime tutto il suo disappunto per l’impossibilità, a causa della pandemia, di poter tornare a suonare dal vivo, davanti al loro pubblico, e lo fa durante la presentazione del loro decimo album, che ha per titolo proprio ‘Contatto’, in uscita domani, venerdì 13 novembre, e anticipato da una settimana dall’omonimo singolo.

“Se si va avanti così -spiega- non so quanto potrò resistere a cantare davanti ad uno schermo e non avere il contatto con gli altri, sentire il sudore che scende, così come il piacere di andare ai concerti, di bere una birra in mezzo alla gente. Mi auguro che presto si possa tornare a guardarsi in faccia senza paura, a rispondere anche alle critiche direttamente, perché è troppo facile raccontarsi da uno schermo o sentire commenti inutili che sono delle vere e proprie armi”.

E a questo proposito Sangiorgi critica l’uso distorto che spesso viene fatto dei social, dove si leggono anche dei “post disumani. Per me -sottolinea- il post non è il posto giusto per rispondere a tematiche disarmanti. Oggi i commenti, usati sempre più con leggerezza, sono l’arma del secolo. Un cantante deve sempre poter dire quello che pensa e, per quanto mi riguarda, io non lo faccio attraverso un post ma attraverso le mie canzoni. Se qualcuno vuole rispondere lo faccia con una canzone” .

Sangiorgi torna poi a spiegare come è nato il decimo album dei Negramaro e soprattutto come è nata l’idea di chiamarlo ‘Contatto’: “dopo aver terminato ‘Amore che torni’, siamo stati in tour ed è stata la cosa che ci ha permesso di legarci ancora di più alla vita, alla nostra amicizia, al fatto che la musica era diventata un corollario di tutto quello che siamo: una famiglia contemporanea e quindi allargata”.

“Abbiamo iniziato a scrivere questo album più di un anno e mezzo fa. ‘Contatto’ -racconta Sangiorgi-  e la cosa eclatante è che questa parola è la parola più importante e ambita del pianeta terra in questo momento. L’avevo già pensata più di un un anno fa per raccontare quello che, comunque, sta succedendo nel pianeta nell’era digitale. Ci eravamo accorti che, abituati ad una fisicità, agli abbracci e a qualsiasi tipo di contatto, quella parola contiene la fisicità, il sangue, la carne, la pelle, il tatto, il contatto, appunto. Tuttavia -osserva- si era svuotata di tutta la sua fisicità. Quello che è poi successo durante questi mesi incredibili -sottolinea Sangiorgi- ha fatto sì che il termine ‘contatto’ diventasse ancora più significativo: contatto è oggi la parola più sognata”.

“Ma non dobbiamo solo sognare -osserva Sangiorgi- dobbiamo avere la forza di sopravvivere fino al vero contatto che avverrà. Io non credo che la musica sia quella dei live in streaming e questo è il momento in cui dobbiamo tutti sopravvivere per arrivare veramente al contatto fisico. Dobbiamo far sì che i nostri figli possano amare le persone, senza avere paura di incontrarle sul pianerottolo di casa con la mascherina. La mascherina è sacrosanta -aggiunge- ma mi auguro che per i nostri figli diventi presto solo un ricordo. L’unica salvezza sta negli altri, nell’ avere quel contatto con le persone che rappresenta una vera boccata di ossigeno”.

L’album è una sorta di viaggio attraverso 12 canzoni. Oltre a ‘Contatto’ il viaggio comprende una stand up song di resistenza come ‘Noi resteremo in piedi’ (unico brano scritto durante il lockdown) al cui interno troviamo le voci campionate dei manifestanti durante le proteste del movimento black lives matter che hanno fatto nascere un dubbio che ha assalito Sangiorgi “essere uomo o essere cantante? Devo veramente essere un cantante che non deve esprimere una opinione perché deve fare solo musica? No non mi va. Non voglio essere partitico, politico. Semplicemente -spiega- voglio poter dire quello che penso. Ho 40 anni e sono stanco di dirlo in maniera edulcorata, educata. Io sarò sempre educato, però avevo voglia con ‘Noi resteremo in piedi’ di dire certe cose anche alle nuove generazioni”.

Dopo questa presa di coscienza, l’album prosegue con brani di alto contenuto emotivo come ‘Mandiamo via l’inverno’ e di sensualità ‘Non è vero niente’, insieme a Madame, unico featuring presente. ‘Devi solo ballare’ è poi una canzone dedicata a Stella, la figlia di Giuliano Sanmgiorgi, a cui si chiede solo una cosa, come a tutti i bambini del mondo: di essere felice. La speranza è un sentimento che attraversa tutto l’album, prendendo mille forme e sfumature, dalla rabbia, alla resistenza, al perdono, all’amore, alla libertà come in ‘Non è mai per sempre’, ‘La terra di nessuno’ e ‘La cura del tempo’, mentre i tre brani centrali dell’album ‘Come se non fosse successo mai niente’, ‘E se domani ti portassi al mare’ e ‘Scegli me’ sono un tuffo nelle le onde sonore degli anni ’90. Il brano che chiude il disco ‘Dalle mie parti’ è una preghiera ad un mondo senza barriere e
razzismi dove salvare anche una sola persona dal ruggito del mare aperto possa in qualche modo salvarle tutte.

I Negramaro, stasera alle ore 21, saranno protagonisti di ‘Entra in contatto’, evento live prodotto da Sugar con la direzione creativa di Giò Forma, dove la band si esibirà con un concerto esclusivo e presenterà dal vivo alcuni brani
del nuovo disco. Un live unico all’interno di una vera e propria location costruita appositamente per il live in streaming, un Iper-Cubo reso vivo e pulsante dal 3d e che offre ai partecipanti un’esperienza tecnologica interattiva a metà tra il reale e il surreale, in una modalità totalmente inedita di entrare in contatto con la band. L’evento è gratuito ed esclusivo per tutti coloro che hanno pre-salvato o pre-ordinato l’album ‘Contatto’.

 

 

 

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