‘Tutti i colori del buio’ del giovane Sethu / INTERVISTA

Last Updated: 16 Maggio 2024By Tags:

Musica

‘Tutti i colori del buio’. Esce domani il primo album di Sethu accompagnato dal singolo ‘Questa è la fine’. Il disco rispecchia pienamente lo stato d’animo del giovane cantautore ligure alle prese, da anni, con attacchi d’ansia e depressione. Intervistato da IlMohicano, Marco De Lauri  spiega come affronta la vita da artista tutti giorni con i fantasmi del passato e del presente.

(di Daniele Rossignoli)

Quali sono i colori del buio?

“Quando noi vediamo un periodo buio di una persona pensiamo subito al nero”, racconta Sethu. “Riduciamo tutto ad un unico colore guardando sempre e solo la punta di un iceberg. Io con questo album voglio far vedere le diverse sfumature che possono caratterizare un periodo buio. Sfumature che sono rappresentate dai singoli che compongono l’album”. Singoli, sottolinea “che rappresentano le diverse parti di me. L’album contiene questo filo conduttore che rappresenta il periodo che ho vissuto, con le sue tante emozioni diverse: la rabbia, la rassegnazione, la speranza. Voglio far vedere ‘me’ con tutte le sue sfumature

Sei uscito da questo buio? come?

“Attualmente non ne sono ancora uscito. Sto affrontando un percorso di terapia e sono nel pieno di questo mio cammino nel buio. Ho realizzato questo disco in un periodo in cui mi sto prendendo particolarmente cura di me stesso, anche dal punto di vista della salute mentale che ho trascurato per diverso tempo. Adesso vivo una fase di presa di coscienza e di lavoro su me stesso. Io però credo sempre nella luce in fondo al tunnel e sono sicuro che ne uscirò”.

Qual è la causa di questo buio?

“Purtroppo già a dieci, unidici anni soffrivo di attacchi di ansia e di panico. Sono andato in terapia fino da piccolo perchè ho sempre avuto problemi. Recentemente sono tornati a bussarmi alla porta quelli che si chiamano ansia e depressione. Il Festival di Sanremo dello scorso anno mi aveva fatto provare una grande goia di vivere. Ho capito però che in realtà non saranno i traguardi che potrei raggiungere a farmi stare meglio. Potrò stare meglio solo accettandomi e curando di me stesso. Semplicemente sono tornato in terapia e durante questo periodo ho scritto tutto l’album che è anche un focus sulla mia salute mentale”.

Ma cosa intendi per salute mentale?

“La salute mentale per me è come la salute fisica. E’ come avere una frattura che per poter torare a camminare devi ibgessare. Nella salute mentale è uguale, deve essere ingessata, curata. Anche se spesso viene stigmatizata perchè non viene ancora presa come una vera e propria ‘frattura’ da curare. Tutti andiamo dal medico se abbiamo una bronchite e per non farla diventare più grave la curiamo. Lo stesso dovremmo fare quando siamo colpiti da episodi di ansia. Tutti dovremmo prenderci maggiormente cura di noi stessi. sul piano mentale”.

Molti giovani soffronto di depressione, come mai?

“Le cause sono tante. Anche il covid può avere influito. Io sono giovane e posso guardare indietro ma solo fino ad un certo punto. Secondo me la mia generazione sta vivendo un periodo storico particolare a livello di incertezze. Per quanto uno possa fregarsene o meno ci sono parecchi problemi come, ad esempio, quello del cambiamento climatico. Gli appartenenti alla mia generazione sono nati tutti, chinpiù chi meno, con un certo benessere economico. Benessere che è sicuramente  maggiore rispetto alle generazioni passate. Socialmnente c’è tanta pressione nei nostri confronti. Tutti sentono l’esigenza di realizzarsi entro una certa età altrimenti passi per un fallito. Laurearsi entro una tale data, trovare un lavoro entro un determinato periodo. Accasarsi entro… Sono molte date che ci mettiamo in testa e ci creano l’ansia di fare tutto e presto. Tutto questo però in un quadro generale di incertezza. Anche i social influiscono a provocare questa specie di ansia da prestazione. Non è colpa di nesuno ma dobbiamo prendere atto di quello che, come generazione, stiamo viverndo”.

Anche i social hanno delle colpe?

“Anche i social possono influire su tutto questo. Se uno come me cresce con qualche complesso, come quello di essere da bambino tra i più bassi della scuola, già cresci insicuro. Nei social ti confronti con mille, duemila persone. Fai dei paragoni con quelli che sono più alti di te, che hanno la ragazza più bella, che stanno meglio economicamente. Tutti sui nsocial tendono far vedere la loro parte migliore. Noi idealizziamo sempre gli altri senza sapere in realtà cosa ci sia dietro. Questo ci porta a creare ancora più ansia perchè ci mettiamo a confronto con gli altri. Non capiamo che ognuno di noi ha i suoi tempi, ognuno di noi dovrebbe solo pensare a realizzare i propri sogni senza pensare agli altri”.

Con i social sei sempre in vetrina? Non è controproducente?

“Il problema è che ormai non puoi più mollare i social, ormai fanno parte della vita di tutti. Purtroppo un po’ tutti ne abusiamo e quindi inevitabilmente, chi più chi meno, siamo condizionati. Quelli della mia generazione sono nati praticamente con il cellulare in mano, ormai fa parte della nostra vita. Ecco perchè, anche in questo caso, non è necessario rifiutare l’uso dei social ma imparare a convivere con essi. La terapia per me è imparare a convivere con determinate situazioni”.

Nel brano ‘Questa è la fine’ dici ‘ho già perso la metà dei sogni’. Perchè?

“Se penso alle aspettative che avevo su me stesso mi sono reso conto che ora non sono come mi immaginavo di essere. Però comunque sono fiero di quello che sono e ho capito, grazie anche alla mia partecipazone a Sanremo, che le cose arrivano quando meno te le aspetti e con i tuoi tempi. Ho vissuto l’ultimo posto al Festival in modo supersereno. Fino a un mese prima lavoravo e facevo musica insieme a mio fratello. Per me andare all’Ariston era già un traguardo e non mi interessava assolutamente la classifica. Ero in gara, molto giovane, con tutte le difficoltà che questo comportava, impreparato. Esserci era già un traguardo. Sanremo è una grandissima e bellissima opportunità poi sarà il tempo a stabilire il mio futuro”.

Parafrasando Giorgio Gaber la tua generazione ha perso?

“Siamo una generazione purtroppo stanca. Siamo nati in un contesto sociale che ci ha un po’ illuso e disilluso al tempon stesso. C’è anche una mancanza di interesse politico che, in parte, caratterizza la mia generazione. Ci viene spesso detto che sebbene ci siano differenze tra destra e sinistra, in pratica poi tutto resta sempre invariato. Ci si rende purtroppo conto che non possiamo cambiare nulla e allora ci chiudiamo ancor più in noi stessi, diventimo tutti un po’ più individualisti”..

Nel brano ‘Troppo stanchi’ affermi ‘moriremo giovani sorridendo e basta’. Cosa  significa?

“E’ una provocazione per dire che anche se stai soffrendo devi indossare sempre una maschera per non fare vedere agli altri la tua sofferenza. Ecco, la nostra è un po’ una generazione delle maschere, un po’ falsa. Io sono molto introverso però ho imparato a bilanciarmi e parlare con gli altri

In ‘Ossa rotte’ prendi a pugni i fantasmi, Ma quali sono questi fantasmi?

“Di fantasmi ne ho tanti. Io vivrei sempre di ricordi e per me prima era sempre meglio di adesso. Mi capita spesso di fare a pugni con i miei ricordi, sopratutto quelli brutti ma anche quelli belli. Ricordi belli ai quali mi aggrappo per poi scoprire che così belli non lo sono”.

‘Sognare è peggio di una droga’. Lo ribadisci nel brano ‘Problemi’. Perchè?

“Sognare, a volte, diventa una dannazione. Se hai delle grandi aspettative è poi facile rimanere deluso. I sogni ti fanno andare avanti ma bisogna poi accettare quando un sogno non si realizza come volevi. Non ti devi poi abbattere. Il sogno più ricorrente è quello che mi vede suonare al Forum di Milano con mio fratello. Vorrei guardare mio fratelloaccanto a me su quel palco e pensare che con la nostra musica abbiamo costruito qualcosa di grande. Chissà se lo farò. Fra un anno, due o dieci ma lo farò”.

BIOGRAFIA

Marco De Lauri, in arte Sethu, nasce a Savona nel 1997. Sviluppa la sua identità artistica assieme al fratello gemello Jiz, con il quale comincia a fare musica e a muovere i primi passi nella scena punk/rap ligure, per poi espandersi verso ulteriori orizzonti musicali. Forte dell’unione con Jiz, Sethu trova nella musica un modo per evadere dalla realtà provinciale savonese, il cui mood malinconico si riflette spesso nei suoi testi e nell’estetica. Nella musica di Sethu rabbia, tristezza ed euforia si mischiano e si alternano, passando da momenti intimi e introspettivi a passaggi frenetici e caotici. 

IL PRIMO PROGETTO

Il primo progetto pubblicato dall’artista ufficialmente nel 2018 è l’EP ‘Spero ti renda triste…’. Nasce con il trasferimento a Milano dei due gemelli e contiene 6 brani che evidenziano le due dimensioni di Sethu che saranno poi la base del suono che svilupperà negli anni a venire. Nel 2022 Sethu firma con Carosello Records e pubblica il nuovo singolo ‘Giro di notte’. A dicembre partecipa a Sanremo Giovani con il brano ‘Sottoterra’. Arriva in finale e rientra nei sei finalisti della competizione, aggiudicandosi così l’accesso al Festival di Sanremo 2023 nella categoria BIG con il brano ‘Cause perse’, dedicato al rapporto con l’inseparabile fratello gemello Jiz. Per l’occasione pubblica l’omonimo EP, una prima raccolta di brani perfettamente coerenti con il sound del pop contemporaneo. Dopo altri singoli lo scorso dicembre chiude un anno ricco di grandi soddisfazioni e traguardi con la pubblicazione di un nuovo singolo: ‘Triste vederti felice’.

Credit Photo: Claudia Campoli

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