La pianista francese Vanessa Wagner domenica 9 febbraio al Teatro Franco Parenti

Senza categoria

Domenica 9 febbraio 2020, alle ore 11, presso la Sala Grande del Teatro Franco Parenti, la Società del Quartetto di Milano, in collaborazione con il Teatro Franco Parenti, presenta, per la rassegna ‘Pianisti degli Altri Mondi’, un appassionante recital di una fra le più acclamate interpreti della nostra contemporaneità, la pianista francese Vanessa Wagner.

Artista fascinosa e affascinante, pluripremiata virtuosa, dopo una luminosa carriera dedicata alla musica accademica, la Wagner ha scelto di testimoniare le correnti più vitali della nuova musica contemporanea, dedicandosi all’improvvisazione e al rapporto di quest’ultima con l’elettronica, grazie alle sue applaudite collaborazioni con un guru della musica elettronica contemporanea come il messicano Murcof.

La Wagner ci mostra il ‘vecchio’ pianoforte in una veste del tutto nuova e piena di sorprese. La pianista percorre il cammino tracciato da quei compositori che, nel Novecento e fino ai nostri giorni, provenienti dalle più varie e disparate esperienze musicali, hanno saputo articolare un linguaggio sofisticato, complesso ma aperto, incline a uno stretto dialogo con il pubblico e capace di stimolare l’impegno senza rinunciare all’idea di attrarre e rapire l’ascoltatore in un’esperienza poetica affascinante e condivisa quanto spettacolare e anche, perché no?, divertente.

Scorrono così, fra il Millenovecento e il Duemila, tre quarti di secolo, dall’ironia disincantata ma lirica e teatrale di un pioniere della contaminazione fra linguaggi come il leggendario Moondog all’intimismo ineffabile degli studi del celeberrimo Philip Glass; dall’immaginifico cinematografico di Emilie Levienaise-Farrouch e di Michael Nyman (il tema principale dalle musiche per il film ‘Lezione di Piano’ di Jane Campion, premiato con l’Oscar) all’arcano, calligrafico e visionario mondo sonoro di Hans Otte; dall’intenso lirismo ipnotico di Meredith Monk all’elegante arguzia di Nico Muhly; dall’affascinante minimalismo di Gavin Bryars e Wim Mertens alla trascinante commistione fra rock di ricerca e la scrittura accademica di Bryce Dessner o allo scatenato e acrobatico connubio fra musica colta, echi medievali e esaltanti ritmi afro-cubani di William Susman.

(Redazione/IlMohicano)

Condividi questo Articolo