La perturbante seduzione di ‘Cute’.

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La perturbante seduzione di ‘Cute’. Dal web alla musica.

(di Antonella Zangaro)

‘Cute’, e dunque carino, adorabile, bellino si esercita da tempo, ma è stato il web ad amplificarne il potere immenso.

A Londra, in occasione dei 50 anni di Hello Kitty, la Somerset House dedica una intera mostra al concetto di ‘cute’, nel tentativo di esplorarne il potere seduttivo, le evoluzioni attraversate dal ‘500 ad oggi e lo fa passando attraverso la prima vera icona di ‘cuteness’ contemporanea ed intramontabile, la madrina di tutti i gattini del web.

La perturbante seduzione di ‘Cute’. Dal web alla musica. Ph. Credit David Parry PA

Che la magia del carino fosse seducente lo avevano già capito nel Rinascimento italiano, (ricorda la curatrice, Claire Catterall) quando i putti e cupido, dalle sembianze di bambini paffuti ed angelici, cominciarono a ricorrere sulle tele catturando attenzione e simpatia. E che funzionasse, lo avevano capito anche dopo la rivoluzione industriale quando la necessità di vendere prodotti, oltre che idee, stava diventando impellente. Nel 1870, l’artista inglese Harry Pointer aveva colto il potenziale dei gatti, iniziandone l’umanizzazione con le sue foto, antesignane dei contemporanei meme che inondano il web.

A ruota ne hanno approfittato gli esperti di marketing, il mondo della musica e gli artisti, così come i politici in cerca di scorciatoie per veicolare la loro propaganda.

DALLA DISCOTECA DI HELLO KITTI AI CERBIATTI DI HITLER

Nella mostra, che resterà a Londra fino al 14 Aprile, vanno a braccetto la discoteca di Hello Kitty (musica curata da David Gramson degli Scritti Politti) e l’immagine, del 1934, di Hitler con i cerbiatti; gli arcobaleni per fare da sfondo alle foto per Instagram e i gattini a sei zampe creati dall’Intelligenza Artificiale, fino ad arrivare ai cuccioli robotici travestiti di “carino” come il Furby, che proprio bellino non era. L’illusione della adorabile innocenza apre le porte verso il lato oscuro superando le barriere della coscienza grazie ad immense dosi di zucchero e melassa.

I GATTINI

Quando nel 2014 a Tim Berners-Lee, il creatore del Web, venne domandato quale fosse l’utilizzo più diffuso di internet, che non si sarebbe aspettato, rispose con una sola parola: ‘gattini’. Una vera e propria invasione che dai computer si è infilata nei telefonini attraverso i social e i messaggi pieni di icone, meme e clip video strappa-sorrisi. Una bolla rassicurante nella quale rinchiudersi per scappare dal “mondo cattivo”; uno stile che, partito dalle immagini, si è trasferito negli oggetti di cui circondarsi, nello stile con cui vestirsi, nella musica da ascoltare. Hello Kitty sembra ormai una creatura innocente, candida, in tutte le sue versioni nelle quali la generazione X si ritroverà: dagli astucci ai quaderni per la scuola, ai trolley per le bambine moderne che viaggiano.

La perturbante seduzione di ‘Cute’. Dal web alla musica. ph. Credit David Parry PA

ROSA E DARK NELLA MUSICA DANCE ELETTRONICA

Uscendo dalla sala disco confettosa che remixa hits degli anni ’80 e ’90, da The Archies a Olivia Newton-John, Donna Summer e The Human League e dove si anticipa la musica dance elettronica che si trova nella stanza dedicata ad un pigiama party per ragazzine. Qui, tra cuscini giganti e monitor diffusi, ci sono tutte le canzoni, i videoclip e le suggestioni di artisti come SOPHIE, XG, Kim Petras, Marky B, Charli XCX, Carly Rae Jepsen e Kyary Pamyu Pamyu, artisti contemporanei tra codini, zucchero e sfondo dark.

In tutto il lungo percorso espositivo, le immagini intrise di rosa e cose “carine” si alternano in una progressiva immersione nel buio; senza stress, ma netta. E’ così che, lentamente si affonda nello spazio dell’ambiguità, delle paure più profonde: il perturbante.

IL CAVALLO DI TROIA DEL PERTURBANTE

La bolla ‘Cute’ ha permesso la realizzazione di un moderno cavallo di Troia per fare propaganda senza disturbare la coscienza e rivolgendosi direttamente agli anfratti più segreti dell’inconscio. Nulla di nuovo è stato scoperto alla Somerset House da quanto teorizzato da Freud e Jung e già espresso nei racconti di Edgar Allan Poe e E.T.A. Hoffmann, con il suo Mago Sabbiolino. Il miglior modo per eludere i filtri creati per proteggersi da paure e mostri è quello di avvicinarli a ciò che si conosce, magari colorandoli di rosa, ingrandendo gli occhioni, arrotondando le forme, giocando con il candore dei cuccioli, soprattutto di gatto.

Hello Kitty, che troneggia in formato gigante davanti al Tamigi, festeggia i suoi 50 anni di ‘innocenza’, mentre l’intelligenza artificiale plasma i suoi pronipoti dall’estetica ‘carina’ e l’animo profondamente manipolatorio. La politica, che ne fa largo uso, lo sa bene.

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