(dalla nostra corrispondente da Londra, Antonella Zangaro)
Sembrano le Spice Girls e il risultato sul palco è più simile al concerto di una Girl Band piuttosto che ad un musical. Se poi si aggiunge il fatto che la trama asseconda lo stile ‘revisionista’ in rosa che rivendica il ‘Girl’s Power’ non è difficile capire che gli autori dello spettacolo Six sono due ragazzi giovani e che hanno scritto a mani libere. Ad oggi, il musical dedicato a rivedere con occhi diversi il ruolo delle sfortunate mogli di Enrico VIII ha segnato solo record e ha portato a teatro una scia di novità. 1,5 milioni di follower su YouTube e sui social del mondo per l’idea di Toby Marlow e Lucy Moss nata tra i banchi di Cambridge nel 2017. Geniale, evidentemente, l’intuizione di ridare voce a coloro che la storia ha sempre marginalizzato al ruolo di sfortunate comparse.

The Cast of SIX the Musica Ph. Pamela Raith
Six, sei, infatti, è il numero delle mogli sposate dal re Tudor noto per il disinvolto uso della decapitazione, per sbarazzarsi delle consorti indesiderate e dello scisma per divorziare, in modo meno cruento ma pur sempre esemplare, dalla Chiesa di Roma. Così come la famosa serie di Netflix Bridgerton, anche Six non guarda in faccia al colore della pelle, ai cliché né tantomeno alle attese di un pubblico che magari la storia l’ha studiata. Le sei regine hanno colori e forme che nulla hanno a che vedere con le donne incoronate nel 1500. Sono bionde, more, bianche, nere, magre, corpulente, ciascuna è quelle che è senza cercare minimamente di somigliare all’originale. Ognuna di loro, dal cast che debuttò in Scozia nel 2018 e che oggi si esibisce tra Gran Bretagna, America e Australia, porta in scena una testa coronata vista e rivista con gli occhi dei ragazzi di oggi. Nessuna indossa i pesanti e sontuosi abiti tardo cinquecenteschi, ma catene, borchie, calze a rete e minigonne come le rock star di questi tempi.

The Cast of SIX the Musical 3. Ph. Pamela Raith
E sulla scia dell’assoluto ‘presentismo’, le sei ragazze in salsa Tudor interpretano in musica gli struggimenti, il dolore e la sfortuna di essere state regine ripudiate, decapitate o prematuramente morte. In effetti, per aiutare i bambini delle scuole inglesi a ricordare la sorte in sequenza delle mogli di Enrico VIII, esiste una filastrocca che le mette in fila sintetizzando “divorziata, decapitata, morta, divorziata, decapitata, sopravvissuta”.
Nell’ordine si parla di Caterina D’Aragona, prima moglie dal quale il re divorziò nel 1527 per sposare Anna Bolena, la prima a perdere la testa e la corona sotto il giudizio di un tribunale dalle ragioni assai discutibili. E’ poi la volta di Jane Seymour, l’unica che nel 1537 fu in grado di dargli, anche se per poco, un erede maschio, ma che morì poco dopo il parto. Fu poi la volta di Anna di Clèves, scelta in base ad una foto, manco ci fosse Tinder all’epoca; perché è così che viene rappresentata la selezione durante lo spettacolo dove c’è anche un cellulare per i selfie. Ma che lei fu ripudiata perché non gradita al re. In cambio del divorzio almeno le fu donato un castello a Richmond e salvata la testa. Chi invece l’ha persa, subito dopo, è la regina numero cinque, Caterina Howard che nel 1543 passa il testimone a Caterina Parr, l’unica salvata – dall’anagrafe – che le ha concesso di sopravvivere al re e ai suoi bollori.

The Cast of SIX the Musical. Ph. Pamela Raith
Cantano, ballano, da soliste e in coro, come in un concerto rock che sembra portare sul palco le star di oggi: Beyonce, Shakira, Avril Lavigne, Adele e Rihanna. Il grande assente che su quel palco non salirà mai è lui, il re che ha riempito pagine di storia e che è rimasto l’unico protagonista di quella storia, almeno fino a che le eroine di Six non hanno preso la scena. Lo spettacolo fa il tutto esaurito al Vaudeville Theatre di Londra e resterà in scena fino ad aprile 2024; in contemporanea è a Broadway, al Lena Horne Theatre di New York e sarà presto in Olanda, Canada e Corea.