Renga: “La trap? Testi agghiaccianti e indegni della canzone”

(di Maria Elena Molteni)

Nuovo affondo contro la musica trap, dopo quello risoluto e definitivo di Samuele Bersani. Questa volta sono Nek e Francesco Renga che si rendono protagonisti di un j’accuse. In occasione della presentazione del nuovo disco e della serata all’Arena di Verona che rappresenta il clou del loro tour estivo, alla domanda specifica sull’argomento, rispondono così: “Io capisco, ma fino a un certo punto. Ma sono un musicista e inevitabilmente quando ascolto un pezzo, inizio ad analizzare la struttura, la melodia. Ci sono trovate molto efficaci. Ascolto con la curiosità di un bambino. Ma arrivo solo a un certo punto a capire”. Senza mezzi termini Francesco Renga, che ribatte: “io che non ho questa sensibilità, faccio fatica a riconoscere il valore di tutto quello che succede. Non riesco ad analizzare. Sono tutte cose che non capisco. Sono tutte uguali. E’ un limite mio, ma non riesco a riconoscere i valori di questa cosa. Per non parlare dei testi che trovo agghiaccianti, indegni della canzone. Ci sono parole che non userei mai. Ho sempre avuto un certo tipo di approccio al testo, alla parola, soprattutto pensando che si tratta di qualcosa che rimane. La mia idea è che poi tutta la vita qualcuno ascolterà quella parola cantata così detta così dentro quella conzone”.