Nel nuovo album ‘Tableaux Vivents’ Bonomo reinterpreta nove grandi successi, il video di ‘Ritornerai’ di Bruno Lauzi

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Il nuovo album di Bonomo si intitola ‘Tableaux Vivents’: 9 grandi canzoni italiane in cui il cantautore pugliese fonde il mood dei cantautori della scuola genovese, De Andrè, Tenco, Lauzi, Bindi, o lo stile chitarristico di Graziani, Pino Daniele e Battisti con le sonorità di certa musica electro-pop di fine anni ’70 e inizi ’80 che va dai Kraftwerk a Jean-Michel Jarre passando per Vangelis, i Japan e Prince. Il titolo del secondo album di Bonomo, ‘Tableaux Vivents’, e le tecniche compositive dello stesso, prendono ispirazione dalla fascinazione del cantautore per i ‘quadri viventi’ (in francese Tableaux Vivents): opere d’arte in cui attori e figuranti riproducono mimicamente scene immortalate in famosi quadri d’autore.

Come nei ‘quadri viventi’, Bonomo parte da alcuni elementi riconoscibili nelle versioni originali (una melodia dell’arrangiamento, una progressione o un disegno ritmico) per ricostruire la sua interpretazione calata completamente in un nuovissimo contesto. Protagonista del disco è la nostalgia: per il passato e la sua chiarezza, nostalgia per la canzone italiana di una volta, nostalgia per i suoni elettronici della nostra infanzia, al tempo stesso inumani e caldamente avvolgenti. L’atmosfera di isolamento, separazione e di distanza (il disco è stato arrangiato e prodotto durante la pandemia, il mixing e mastering, add production sono a cura di Luca Nobile) è sottolineata in primis dalla copertina dell’album: essa stessa è una sorta di tableaux vivants; si tratta infatti di una riproduzione del quadro ‘Landscape with Figure’ (1965) del pittore americano George Tooker.

Il viaggio musicale comincia con ‘Umanamente uomo, il sogno’ di Lucio Battisti, uno strumentale catapultato nella Varsavia della trilogia Bowieana. ‘La Bomba in testa’ è Fabrizio De Andrè in salsa tecno-punk, un continuo crescendo, come la follia che si impossessa di chi per un motivo o per l’altro sente di dover passare dall’altra parte della barricata. ‘Il Dio denaro’ è un sincero e sentito omaggio ad una band molto importante per Bonomo: i Bluvertigo. ‘Ritornerai’ di Bruno Lauzi fluttua su un mare di chitarre acustiche. ‘Chi tene o’ mare’ omaggia Pino Daniele e allo stesso tempo David Sylvian: elettronica algida sposata con la mediterraneità, una versione bipolare cantata per metà in inglese. ‘Il nostro Concerto’ è una delle canzoni più belle e forse la più complessa di Umberto Bindi. L’arrangiamento barocco mantiene molte idee dell’originale sebbene si sia passati dall’orchestra classica ad un’orchestra di sintetizzatori.

‘Prudenza mai’ è un brano dell’ultimo Ivan Graziani, tratto dall’album ‘Ivan Garage’: il suo groove ed i suoi occhiali rossi però sono diventati viola… il colore di Prince. ‘Tu No’ di Piero Ciampi è un brano d’amore difficile da interpretare, è un crescendo di dolore e di disperazione, procede come una gelida marcia in modo estenuante e dissemina nell’arrangiamento frammenti di Chopin e dei Beatles. ‘Un giorno dopo l’altro’ capolavoro di Luigi Tenco chiude l’album con la sua nostalgia resa dall’arrangiamento totalmente sintetico in pieno stile mitteleuropeo. Echi di oriente sullo sfondo. Bonomo è chitarrista, cantautore, polistrumentista, arrangiatore e produttore pugliese (di Taranto). Alterna l’intensa attività concertistica con l’attività didattica e con le collaborazioni con diversi artisti che lo portano a ottenere diversi riconoscimenti nel mondo della canzone d’autore.

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