INTERVISTA/ Roberto Cacciapaglia: ” “Con ‘Invisible Rainbows’ lancio un messaggio di luce dopo anni di buio”

Last Updated: 3 Aprile 2023By Tags:

MusicaNews

(di Daniele Rossignoli) – Dopo i concerti alla Carnegie Hall di New York, l’invito a esibirsi alla Cadogan Hall di Londra (prestigiosa residenza della Royal Philharmonic Orchestra), il ritorno nella sua città, Milano, al Conservatorio G. Verdi e la tournée mondiale, Roberto Cacciapaglia torna ad esibirsi in Italia nei teatri con ‘Invisible Rainbows‘, quattro date a Verona, Roma, Bologna e Milano, in cui presenterà l’omonimo album, accompagnato da una formazione di archi e postazione elettronica. “Condividere qualcosa di essenziale, di magico, può risvegliare, farci scoprire dimensioni insondabili, creare mondi nell’invisibile attraverso la musica. Questo è quello che ho pensato e vorrei sperimentare durante i concerti di ‘Invisible Rainbows’.

L’idea dell’arcobaleno invisibile “ha due aspetti -racconta Roberto Cacciapaglia intervistato da IlMohicano– uno più esterno, che rappresenta l’arcobaleno come simbolo di purezza, di luce, di trasparenza e quindi invisibile come invisibile è la musica. Questo perchè -osserva- arriviamo dopo un periodo di tenbebre, che stiamo ancora vivendo”. L’altro aspetto “è più intimo e riguarda tutti gli arcobaleni che abbiamo dentro di noi. La musica può essere un mezzo per cui ho voluto rappresentare l’arcobalento come un messaggio di speranza. Ho sempre considerato la musica come un mezzo di evoluzione, una porta, un ponte. Un mezzo di emancipazione che è uguale in tutto il mondo dalla Russia alla Cina, dall’America all’India alla Turchia. E’ incredibile constatare quanto siamo uguali davanti al suono, all’universo”.

“Io parto dalla musica sacra, dagli indiani d’america dalla spiritualità che per me è il veicolo più importante. Quando arrivi ad un certo punto di profondità -sottolinea- allora lì c’è una attenzione maggiore che corrisponde a questa profondità. In italia non è che non ci sia attenzione per un certo tipo di musica, certo i media danno più attenzione ad un genere diverso, ma questo è un fatto che appartiene alla cultura. Certe cose più ‘culturali’ fanno più fatica ma il pubblico c’è, le persone sono interessate a questa musica”.

Roberto Cacciapaglia spazia dalla musica classica a quella elettronica: “da quando avevo sedici anni”, spiega. “Il mio primo lavoro è stato un Lp quadrofonico e sono stato il primo a presentarlo in Italia. Ho studiato musica elettronica al Conservatorio e anche al CNR. In passato ho usato molto l’elettronica, adesso uso dei software che non hanno suoni digitali ma utilizzano suoni acustici, suoni biologici perché rispettano la natura del suono”.

Fare musica d’avanguardia, come faccio in parte io, significa anche avere cura della natura e pensare in modo non univoco. Poi -osserva- sono sempre stato favorevole a mettere insieme le dissonanze della musica che arrivava dalla scuola di Vienna alle assonanzne, consonanze della musica pop che arrivava dalla beat generation. Ho messo sempre insieme le cose perchè penso che adesso sia più interessante andare ad abbattere le barriere. E’ quasi più artificiale tenere le divisioni che non tenerne conto. Non si puo più fare riferimento soltanto ad una musica che viene da una tradizione dell’Europa colta, che deriva dal barocco e dal settecento ma bisogna aprirsi. Il web, la rete può aiutare a questo perchè ti può mettere in contatto con la musica che arriva da posti diversi, distanti tra loro. Sia geograficamente che storicamente non hai più ostacoli”.

Ma cosa ne pensa Cacciapaglia della musica dei giovani artisti di questi ultimi anni? “Ci sono cose interessanti, in tante direzioni, magari le cose più d’avanguardia sono un po’ più di nicchia, le devi andare a cercare. Non è più l’epoca dei cantautori. Adesso -osserva- si vuole subito il risultato, uno fa musica non tanto per gratificarsi e non per l’arte ma solo per arrivare al successo ma questa è la malattia dei nostri tempi. Si è arrivati ad un modo industriale di fare musica, senza una preparazione adeguata. Ci vorrebbe una preparazione diversa”.

“Quando Franco Battiato è venuto a trovarmi in Conservatorio -ricorda- avevo sedici anni ed era interessato  agli strumenti elettronici che c’erano al Conservatorio. A quell’epoca -sottolinea- avevamo una strumentazione interessante. Abbiamo fatto subito amicizia e una sera è venuto a trovarmi in un night dove suonavo per arrotondare. Al termine della serata -conclude- mi ha proposto di lavorare con lui”.

Queste le prossime tappe del tour: 19 maggio – Teatro Ristori, Verona; 24 maggio – Auditorium Sala Petrassi, Roma, 25 maggio – Teatro Duse, Bologna, 26 maggio – Conservatorio Sala Verdi, Milano. Il 5 settembre, inoltre, Cacciapaglia  sarà al Teatro Romano di Fiesole èprima di ripartire.

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