Queen Extravaganza, la cover band riparte da Londra con il tutto esaurito

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(dalla nostra corrispondente da Londra, Antonella Zangaro)

Un tributo al rock nella perfetta tradizione reale. Si definiscono così i Queen Extravaganza, l’unica cover band che porta il sigillo e l’approvazione degli originali. Prodotti da Roger Taylor e da Brian May, i componenti della riedizione contemporanea del gruppo britannico, che quest’anno celebra i 50 anni dalla sua fondazione, tornano sulle scene dopo uno stop forzato dovuto alla pandemia che ha congelato ogni evento. Così, dopo un fermo di due anni, eccoli ripartire da Londra con il tutto esaurito per la voglia dei fans di tornare a cantare e ballare e continuare a celebrare il rock di Freddy Mercury. Pace se i Sex Pistols derubricavano quella musica ad “un rock per le segretarie”; la tappa all’Eventim Apollo di Hammersmith a Londra del 12 Febbraio, con il pienone, è l’unica risposta valida per critici e detrattori. Un posto pieno di memoria, tra l’altro, l’Apollo.

Era il 1975 quando i Queen calcavano quel palco in cinque date consecutive da sold out per ‘A Night At The Opera tour’. L’evento trasmesso dalla BBC per Natale faceva risuonare le note di Bohemian Rhapsody che, in barba a chi non l’aveva saputa capire al primo ascolto, a quel punto svettava con orgoglio al numero uno di ogni classifica. Lo stesso palco dove nel 1979 si è registrata l’ultima fermata del “Crazy Tour”, quando ancora quel teatro si chiamava Hammersmith Odeon e non ancora Apollo, ma non cambiava il forte legame con la storia della band. Storia passata, molto presente e un futuro che quest’anno riporta in giro quelle canzoni in Europa e in Italia, al Teatro Verdi di Firenze il 20 marzo e a Milano, all’Alcatraz, il 23.

Questa cover band è molto diversa dalle altre. Nessuna volontà di emulare, o scimmiottare (se viene fuori male), gli originali. I sei componenti del gruppo esprimono ciascuno la sua anima. Le voci potenti che si lanciano cuore e passione sulle note più ardite, non si coprono di costumi di scena per rievocare un inimitabile Freddy Mercury, che nello specifico, si sdoppia. Alirio Neto e Gareth Taylor sono i due vocalist che si passano il testimone tra un brano e l’altro. Loro sono i talenti scelti e selezionati direttamente da chi ha designato i suoi delfini, mettendoli insieme al batterista Tyler Warren, al bassista François-Olivier Doyon, alla chitarra di Nick Radcliffe e alle tastiere di Darren Reeves.

Brian May in persona, non ha perso l’abitudine; noto per essersi praticamente costruito la sua chitarra su misura, allo stesso modo ha pescato nel mare degli artisti contemporanei coloro che meglio potevano interpretare i Queen. Una cover band costruita ad arte per debuttare nel 2012 ad American Idol, ricordando ai più grandi chi fossero i Queen e ai più giovani, chi sono ancora.

Ecco perché, il 12 febbraio, ha lasciato piuttosto interdetti vedersi consegnare i biglietti per lo spettacolo dell’Apollo con sopra l’indicazione dei posti assegnati. Certo, il pubblico, ad essere onesti, aveva un’età media piuttosto alta, ma nel sold out c’era spazio per tutti, dunque come potevano esserci contemporaneamente poltrone, birre e musica rock? Infatti, la serata versione placè in stile concerto di musica classica è durata poco. Il pubblico di tutte le età che, fino a quel momento, aveva cantato a squarciagola “We Will Rock You”, entrata in scena come secondo brano, al primo segnale di esortazione ad alzare le braccia e tirarsi in piedi è scattato su per non sedersi più. Novanta minuti per cantare, ballare e ricordare venti classici del repertorio dei Queen tra cui: Bohemian Rhapsody, Another One Bites the Dust, Crazy Little Thing Called Love, Under Pressure, We Will Rock You, We Are the Champions, A Kind of Magic, Radio Ga Ga, Somebody to Love and Killer Queen. Insomma, per dirla con le parole di Roger Taylor: “Questa è la nostra personale cover band per avere un tributo ufficiale” che non scontenterà nessuno.

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