Paolantonio, ‘I pupazzi del calcetto’ (testo)
E ci spacchiamo di coca sulla porta del biliardino.
Che senso ha la vita nel mese di agosto sotto il sole di provincia?
Facciamo fuori la pensione della nonna in sigarette e gratta e vinci;
e poi scappiamo, senza le magliette, in tre su un motorino.
Chissà come si sentono i pupazzi del calcetto,
trafitti da una stecca all’altezza del petto!
Che senso ha una vita che non è una scelta ma è comunque una rinuncia?
Tra questi aranci abbandonati e queste case senza la facciata,
c’è chi voleva fare l’astronauta, e invece fa il postino.
Chissà come si sentono i pupazzi del calcetto:
se lo sanno di esser prigionieri o sognano lo scudetto.
Ma chissà come si sentono i pupazzi del calcetto,
trafitti da una stecca all’altezza del petto!
Ci spacchiamo di coca sulla porta del biliardino.
Che senso hanno i pomeriggi di rivincite che sanno di sconfitta?
Ci rivedremo tra dieci anni, con la gioia di una donna incinta;
o ci faremo qualche mese dentro, per un altro tiro.