Il Geometra, ‘Per tutte le madri’ (testo)
Dolce figlio mio, figlio della paura,
non avere fretta, che la notte è un’avventura,
perché domani ti diranno “è colpa tua” e tu in silenzio saprai credergli,
ma il tuo silenzio vale come una bugia, perlomeno in Galilea.
Dolce figlio mio, figlio della montagna,
col fucile in mano, tu, ti ricordi la vendemmia,
che hai solamente i tuoi vent’anni e qualche idea
e con la neve è dura crederci
e nella tasca stringi una fotografia, sul retro scrivi una poesia
per tutte le madri che restano madri anche se le massacri,
per tutte le madri che restano madri anche dei figli ladri,
e per tutte le madri che piangono sotto la Croce, la vita le sfida la vita è feroce,
per tutte le madri che ridono quando ci sei.
Dolce figlio mio, figlio della Questura,
con lo sterno livido e negli occhi la paura,
ma che ti lasciano morire come un cane? Che ne sanno di noi due?
Se mi guardo il ventre ancora fai rumore, per il dolcissimo dolore
di tutte le madri che restano madri anche se le massacri
e di tutte le madri che restano madri anche dei figli ladri
e di tutte le madri che piangono sotto la Croce, la vita le sfida la vita è feroce,
di tutte le madri che ridono quando ci sei.
È per tutte le madri che restano madri anche se le massacri,
è per tutte le madri che restano madri anche dei figli ladri,
è per tutte le madri che piangono sotto la Croce, la vita le sfida, la vita è feroce,
per tutte le madri che ridono quando ci sei.
Dolce figlio mio, unica cosa giusta.