Sanremo 2021: Ghemon, vado al Festival con un pezzo non pensato per il Festival

Last Updated: 26 Febbraio 2021By Tags: ,

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(di Daniele Rossignoli) E vissero feriti e contenti’ è il nuovo progetto discografico di Ghemon, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in formato CD e LP da venerdì 19 marzo, che contiene ‘Momento perfetto’, brano con il quale parteciperà alla 71/ma edizione del Festival di Sanremo. Un brano, come spiega Ghemon “nato ben prima che decidessi di partecipare al Festival”. Pensato e l’estate scorsa ‘Momento perfetto’ è nato “nella maniera più spontanea possibile. Non pensavo assolutamente a Sanremo per quel pezzo -sottolinea Ghemon- e, probabilmente, siccome sono uno che pensa, pensa, pensa e pensa se avessi dovuto pensare a un pezzo da portare al festival e realizzarlo, sicuramente sarei andato al festival del 2025. Per fortuna -aggiunge- il pezzo era lì e quando mi hanno proposto di partecipare al festival mi sono immaginato questo pezzo che era già nato su quel palco”.

Un palco sul quale Ghemon salirà “con la stessa emozione di sempre. Mi dispiace tantissimo che non ci sia il pubblico -osserva- però ho fatto un sacco di strada nella mia vita e non è la prima volta che canto davanti ad un posto vuoto. Questo non mi spaventa e l’emozione di salire sul palco del festival è la gioia è grande”. L’anno appena trascorso, sottolinea Ghemon “è stato un anno vissuto a ondate. In un primo momento sono rimasto un po’ bloccato perché dovevo capire cosa stesse succedendo. Poi c’è stata la fase della reazione e della voglia di vivere”.

“Nonostante avessi appena scritto un disco -spiega Ghemon- a livello di energia non mi sentivo consumato, avevo voglia di fare musica e così è stato. Solitamente -sottolinea- quando hai appena finito un album ti senti senza più energie. In questo caso, invece, mi sentivo le pile cariche. Ho fatto questo nuovo album a tempo di record -osserva- e sono sicuro che se non ci fosse stato quello che c’è stato, se avessi vissuto una situazione normale, non mi sarei chiuso in studio per realizzare qualcosa di nuovo”.

Contrariamente al disco precedente “scritto un po’ in solitudine” ‘E vissero feriti e contenti’ “è un disco di gruppo. Realizzato un po’ da remoto e un po’ in studio, mantenendo tutte le precauzioni anticovid. E’ un disco in cui ho lavorato, più degli altri, facendo squadra, creando un vero spirito di gruppo e questa è la mia più grande soddisfazione. La musica è un dialogo e ha bisogno sempre dell’altro capo altrimenti canterei allo specchio e sarebbe finita lì. La musica -osserva Ghemon- è comunicazione e le mie canzoni esistono perché sono figlie della mia esperienza. Se io non fossi un ascoltatore e uno spettatore non potrei scrivere perchè devo sentire l’esperienza delle persone che sono attorno a me”.

Una comunicazione che tuttavia, per certi versi,  è venuta a mancare con l’impossibilità di fare concerti live: “da spettatore -precisa Ghemon- ho sempre amato i concerti dove pagavo per un qualcosa che non sentivo nei dischi, quindi per me i live sono irripetibili. Questa situazione però ci offre l’opportunità per utilizzare la tecnologia in un altro modo, di pensare a degli spettacoli in streaming, che non vadano però a sostituire i concerti dal vivo -conclude- ma li implementino”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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