INTERVISTA/ Silvio Capeccia, vado controcorrente con i brani dei Decibel per solo piano

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(di Daniele Rossignoli) Un intero repertorio di musica punk in versione per solo pianoforte:  ‘Silvio Capeccia Plays Decibel – Piano Solo’ è il nuovo album di Silvio Capeccia, tastierista dei Decibel, che contiene 13 brani della band pioniera del punk rock in Italia, in una versione strumentale in piano solo. “Non sono un pianista si estrazione classica -racconta Capeccia intervistato da IlMohicano–  nei primi anni ’70, quando dovevo sostenere l’esame di ammissione al Conservatorio per pianoforte ho conosciuto un cantante bassista che si chiamava Enrico Ruggeri. Con lui abbiamo deciso di mettere in piedi una rock band, la Champagne Molotv, e fu tale l’entusiasmo che l’esame di ammissione saltò e la mia strada musicale prese un’altra direzione”.

“Il passaggio al pianoforte è un gesto di rottura, come era di rottura suonare punk agli inizi degli anni ’80 in Italia, quando imperava la canzone all’italiana”, prosegue Capeccia che poi spiega come non vi sia, da parte sua, nessun tentativo di cimentarsi nella musica classica: “Presentare dei brani rock in versione pianistica però è un gesto assolutamente audace ed entrare nel mondo del pianoforte dà comunque una visione completamente diversa da quella che erano brani nati originariamente per chitarre elettriche e strumenti elettronici”.

E’ durante il lungo lockdown che Silvio Capeccia si mette al pianoforte e comincia a trasformare alcuni brani dei decibel in pezzi strumentali per solo piano. “E’ stato proprio Enrico Ruggeri, nel momento in cui io avevo postato le versioni pianistiche di tre brani sulle varie piattaforme a dirmi perchè limitarsi a tre brani soli e non pensare invece ad un lavoro organico, fatto su tutta la storia dei Decibel, andando a pescare dai primi album fino all’ultimo”.

“Alcuni brani -racconta Capeccia- già li suonavo al pianoforte, come ‘Contessa’ ‘Vivo da re’, ‘L’ultima donna’, erano nati per pianoforte. Su altri, ho dovuto fare una rilettura, cioè sono partito dal pezzo base portandoli, a volte, molto distanti dall’originale”. Quanto all’origine della musica dei Decibel “il punk -spiega- era un modo diverso dei di vedere la musica di quegli anni in cui si veniva da una ondata progressive: Genesis, Emerson, Lake & Palmer, Yes, Gentle Giant. Erano tutti riferimenti molto complicati per chi doveva avvicinarsi alla musica dal punto di vista strumentale. Il punk era quindi stato una rottura, voleva dire riappropriarsi della musica e farla come noi la potevamo fare, mandando però un messaggio chiaro a tutta la gioventù di allora. Voleva dire andare controcorrente. Oggi suonare al pianoforte dei brani punk è andare controcorrente. Mi aspetto che tra qualche anno la Berliner Philarmoniker pubblichi un album dei Sex Pistols in versione orchestrale. Sarebbe un bell’esempio di ‘rottura’”.

I Decibel, dopo il successo degli anni ’80 e il loro scioglimento, si sono ritrovati nel 2017 con una prima reunion e la pubblicazione dell’album ‘Noblesse oblige’ e nel 2018 con la partecipazone al Festival di Sanremo e la pubblicazione di un nuovo album, ‘L’anticristo’. Lo scorso anno sono stati in tour: “in questi ultimi anni -sottolinea Capeccia-  siamo stati forse un po’ troppo sovraesposti. E’ normale e anche salutare che una band abbia dei momenti alti ma poi resti ferma per un anno o due. Anche se in realtà -osserva- non si sta mai fermi perchè, per quanto mi concerne, ho già pronti dei brani per una eventuale nuova produzione discografica”.

“L’album però è propedeutico ad un tour -osserva- ma con la situazione che si è creata a livello di live, anche noi dobbiamo aspettare e vedere un po’ cosa succederà. Se il pubblico è contingentato a poche centinaia di persone, un live non sta in piedi economicamente”. In ogni caso “noi pensiamo che, a questo punto della nostra carriera, si possa e si debba fare quello che è bello realizzare, senza guardare tropo al mercato ma per il gusto suonare. Poter fare musica ha già la sua ricompensa. Il fatto di suonare o di ascoltare musica e provare piacere è già una ricompensa. Se c’è poi un ritorno economico va benissimo -conclude- ma se non c’è non fa nulla, la musica va vissuta come un momento di soddisfazione intima”.

Questa la tracklist: ‘Vivo Da Re’, ‘Contessa’, ‘A disagio’, ‘Peggio per te’, ‘Tanti auguri’, ‘Valzer bianco radioattivo’, ‘Noblesse oblige’, ‘L’ultima donna’, ‘Triste storia di un cantante’, ‘Crudele poesia’, ‘My acid queen’, ‘La belle epoque’, ‘Buonanotte’.

 

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