Coronavirus, da Slow Music un progetto per far ripartire spettacolo e musica dal vivo

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‘Vengo anch’io… per sentire l’effetto che fa’. Questo il nome di un progetto di ripresa delle attività di spettacolo e musica dal vivo targato Slow Music che, dopo la lettera aperta del 29 aprile con la quale si chiedeva solidarietà, sostenibilità, nuova economia e visione per il futuro della musica e dei lavoratori dello spettacolo, si è costituito in un comitato esecutivo che ha stilato tutta una serie di suggerimenti per consentire la ripresa delle attività musicali. dall’1 agosto 2020.

Il comitato esecutivo è composto da Stefano Bonagura, Franco Mussida, Massimo Poggini, Stefano Rosa, Claudio Trotta, Dario Zigiotto, allargato a Antonio Guglielmo, Responsabile servizi di controllo luoghi dello spettacolo; Jimmy Pallas, Show designer; Massimo Romanò, Specialista in cardiologia e specialista in medicina del lavoro; Cristina Trotta, Produttore esecutivo e promoter; Elisabetta Valenti, Consulente in ambito sicurezza sul lavoro; Furio Zucco, Specialista in anestesia e rianimazione, esperto di organizzazione di servizi sanitari per eventi sportivi e di spettacolo.

Il gruppo di lavoro “alla luce dell’attuale diffusione e della conoscenza del virus, nella massima cautela applicata per la sicurezza sanitaria pubblica, ha elaborato collettivamente e su base volontaria un’ipotesi di modalità operative complessive per poter permettere la ripresa di qualsiasi attività artistica (cinema, danza, musica, teatro, eccetera), fermo restando che gli spettacoli si svolgano all’aperto, con posti a sedere assegnati. Il contenuto analizza tutte le procedure, da quando si potrà acquistare e vendere dei biglietti, alle modalità d’ingresso, flusso, deflusso e partecipazione allo spettacolo. Ogni luogo di spettacolo dovrà formulare il proprio assetto”.

Il progetto, spiegano i promotori, considera ipotesi di lavoro per spettacoli ex novo, non per quelli cancellati e/o
riprogrammati “per i quali Slow Music auspica il prolungamento della validità del sistema dei voucher per tutti gli spettacoli che dovessero essere cancellati o riprogrammati entro il 31 dicembre 2020”. Il progetto indica anche ipotesi di procedure sanitarie per il pubblico, per i lavoratori e gli artisti, insieme alle procedure a garanzia della sicurezza sul posto di lavoro.

Slow Music ha quindi inviato il progetto (consultabile al link: https://bit.ly/VengoAnchIo) al Governo italiano, al MiBACT, Miur, Mise, alle Regioni, ai Sindaci attraverso l’ANCI, alla SIAE e alle principali associazioni, AGIS, AICS, ARCI, Assomusica, KeepOn LIVE, Associazione Italy Jazz Network, Coordinamento delle Associazioni dei Musicisti, Federvivo, Note Legali, Nuovo Imaie.

“Il progetto di Slow Music, associazione no profit del terzo settore, volto all’immediata ripresa delle attività di svolgimento degli spettacoli teatrali e musicali dal vivo, è ormai pronto e vuole superare d’un balzo la burocrazia e liberare il tavolo delle idee. I costi aggiuntivi per far fronte alle misure anti pandemia e la contestuale riduzione delle
capienze e degli incassi dovranno essere supportati da adeguate risorse e fondi che vanno messi a disposizione dagli enti pubblici e governativi: occorre integrare il FUS in modo sostanzioso (magari anche con apposito fondo interministeriale, tra MIBACT, Miur e Mise) con liquidità immediata da destinare a tutti i progetti che, come quello di Slow Music, possano garantire la ripresa in quanto fondati sulla capacità e sull’esperienza di persone e team qualificati”.

L’ ‘idea forza’ del progetto “è quella di riprendere al più presto le attività di spettacolo e musica che, se di certo costituiscono il ‘sale sociale e culturale dell’animo delle persone di ogni età’ anche quali elementi terapeutici della depressione da clausura che si è già insinuata e diffusa nella gente, insidiosa e invisibile proprio come il Covid-19,
rappresenta nel contempo una concreta possibilità di alleggerire, o almeno non incrementare, il numero dei nuovi poveri visto che il settore, oltre gli artisti, occupa decine di migliaia di operatori e lavoratori (tecnici del suono, maestranze per l’allestimento di palchi e strutture per gli spettacoli, gestori di eventi live, ditte per la fornitura di servizi e security, artigiani, consulenti, ecc.) che, dopo due mesi di fermo obbligato, stanno esaurendo le proprie risorse finanziarie senza nemmeno intravedere prospettive di ripresa del lavoro”.

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