‘Balliamo sul mondo’, in musical la vita di 13 giovani con le canzoni del Liga

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di Daniele Rossignoli e Mia Antinori

Non è la biografia di Luciano Ligabue. Quella di ‘Balliamo sul mondo’, scritto e diretto da Chiara Noschese, che debutterà il 26 settembre al Teatro Nazionale Che Banca! di piazza Piemonte a Milano (in cartellone per un mese fino al 27 ottobre) è una storia di giovani di provincia, di band come ce ne sono tante, di vita vissuta che in pochi come Luciano hanno saputo raccontare. Una colonna sonora, dunque, quella delle sue canzoni, che rappresentano l’architrave che regge l’intero impianto del musical. Uno spartito teatrale originale, nato dalla capacità di Chiara Noschese di dare volto e voce a 13 ragazzi che si incontrano al Bar Mario e suonano, alcuni di loro, negli Orazero. Si incontrano la sera di Capodanno del 1990, anno della maturità (primo atto), e decidono di darsi appuntamento esattamente dieci anni dopo (secondo atto), nella medesima data del 2020. Qui i nodi verranno al pettine, le contraddizioni e le difficoltà risolte. Una sorta di catarsi personale e collettiva raccontata attraverso le canzoni. Venti quelle che verranno intonate, tutte riarrangiate. Due saranno suonate sul palco live: ‘Una vita da mediano’ e ‘Tu che conosci il cielo’. Fuoricampo anche la voce del Liga che in ogni caso ci ha messo del suo: “Luciano è più grande di me, ma dentro molto più giovane” racconta Noschese. “Dovendo parlare ai ragazzi, abbiamo dovuto utilizzare il loro linguaggio e Luciano ha dato i migliori suggerimenti. Un vero ‘dialoghista’”.

“Questo è lo spettacolo del mio cuore – ha aggiunto Noschese presentando il musical – un progetto partito due anni fa insieme a Matteo Forte. Insieme siamo andati da Ligabue per presentarglielo e gli e piaciuto molto. Ieri (22 settembre, ndr) abbiamo fatto la prova generale alla quale era presente Luciano e il suo sostegno e i suoi contributi sono stati determinanti”. Insomma, un musical di Chiara Noschese ‘con’ Luciano Ligabue.

Tredici gli attori e musicisti sul palco: Bob Messini (Mario), Beatrice Baldaccini (Stella), Mario Acampa (Fausto), Marianna Dalle Nogare (Nicoletta), Brian Boccuni (Antonio), Ilaria De Rosa (Carmen), Michele de Paola (Matteo), Mariacarmen Iafigliola (Valentina), Luigi Fiorenti (Michele), Brunella Platania (Bruna), Yuri Pascale Langer (Niccolò), Miariam Somma (Myriam), Matteo Sala (Gianni).

BEATRICE BALDACCINI: “Impersono Stella, la ragazza di Niccolò. Sono la ‘reginetta del ballo’, la ragazzaccia. Tra il primo e il secondo atto ci sarà uno stacco di dieci anni da portarci addosso. Vedrete le differenze”.

YURI PASCALE LANGER: “Sono Niccolò, lo spaccone carismatico. Un po’ un James Dean bello e dannato, il più piccolo della compagnia. Degli Orazero sono il frontman (come lo fu Ligabue agli esordi della sua carriera)

MARIACARMEN IAFIGLIOLA: “Sono Valentina, la più piccola del gruppo, sorella di Matteo. Per me il mondo è ancora tutto da scoprire. Come il personaggio che interpreto, anche io arrivo da una piccola realtà, il Molise, e mi trovo a vivere per la prima volta in una grande città”.

MARIANNA DALLE NOGARE: “Sono Nicoletta, una ragazza giovane, piena di vita, ma un po’ insicura. Il mio personaggio è un po’ bullizzato. Sarà bello vedere come cambio 10 anni dopo. E’ la prima produzione a cui prendo parte”.

ILARIA DE ROSA: “Sono Carmen, bassista degli Orazero. Non è facile essere l’unica donna e suonare in un gruppo di soli uomini. La vita mi ha portata a entrare presto nel mondo adulto. Siamo un gruppo fighissimo e ve lo dimostreremo sul palco”.

MARIO ACAMPA: “Il mio personaggio, Fausto, nasconde un non detto. E’ la dimostrazione che ogni persona che si incontra va rispettata. Il suo è un percorso di dieci anni di consapevolezza”.

MATTEO SALA: “Gianni è un ragazzo particolare, esente da qualsiasi forma di giudizio. La parola che lo definisce è ‘purezza’, è un po’ il dolce dello spettacolo e una vera e propria mascotte”.

BRIAN BOCCUNI: “Antonio è il batterista, un po’ il bulletto del gruppo, ma in senso buono. Ciascuno del pubblico si potrà immedesimare nel vedere questi tredici amici sul palco”.

MICHELE DE PAOLA: “Matteo che impersono è il tastierista, chitarrista e autore del gruppo. Il personaggio collante, il ‘mediano’ della storia. Per me è il primo musica. Io vengo dalla prosa”.

MIRIAM SOMMA: “Myriam è un personaggio particolare, molto lontano dal mio modo di essere e dai personaggi che ho interpretato fin qui. Ci ho messo un po’ a mettermelo addosso e ad amarlo”.

LUIGI FIORENTINI: “Sono il manager del gruppo, Michele. Il ‘Claudio Maioli’ (manager di Ligabue, ndr) della situazione e come lui agli inizi anche io senza budget”.

BRUNELLA PLATANIA: “Sono Bruna, la mamma di Gianni. Questo è uno spettacolo originale, in cui si racconta la vita di tutti sul palco. Qualcosa di nuovo che racconta di noi facce nuove e talenti straordinari”.

“L’idea è nata in maniera molto semplice” spiega al Mohicano il produttore musicale Roberto Razzini, managing director di Warner Chappel. “Tutto è partito durante un pranzo tra amici, come nelle migliori tradizioni. In realtà questo genere di progetto esiste già in altri Paesi, basti pensare a Mamma mia! o, esempio più recente, lo spettacolo su Tina Turner, sulla sua vita. In Italia sono stati fatti alcuni tentativi ma secondo me mai in modo convinto” aggiunge Matteo Forte, managing director di Stage Entertainment Italy. “Roberto ed io eravamo convinti che questo progetto potesse funzionare, soprattutto con un rocker come Luciano e a lui l’dea è piaciuta molto. Siamo suoi fan sfegatati ma soprattutto riteniamo – aggiunge Forte – che le canzoni di Luciano sono quelle che meglio si prestano alla narrazione cinematografica. Ogni canzone, con modalità diverse, racconta una storia. A questo pranzo Chiara era una assente presente e siamo partiti con grande semplicità dalla essenzialità delle canzoni”.

“Un progetto che ha avuto una incubazione molto importante perché l’idea è bella ma molto difficile da realizzare e Chiara è stata bravissima. Non è una storia neanche lontanamente autobiografica. E’ la storia di ragazzi come ce ne sono tanti che magari hanno una ambientazione di provincia, come siamo abituati a contestualizzare le canzoni di Luciano, ma è la storia di tutti noi” conclude Razzini.

 

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