Nel giorno del suo compleanno, il 24 settembre, Donno debutta con l’album ‘Dei e malanni’

Last Updated: 22 Settembre 2021By Tags:

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Donno debutta con l’album ‘Dei e malanni‘,  dai singoli ‘Incondizionatamente’ e ‘Altri vizi’. Il 24 settembre, data della pubblicazione dell’album, non è del tutto casuale visto che coincide non solo con il compleanno di Donno ma anche con i trent’anni dalla pubblicazione di ‘Nevermind’ dei Nirvana, un disco fondamentale nella formazione professionale del giovane artista. 

‘Dei e malanni’ è il frutto di un percorso di evoluzione personale e spirituale di Donno, un inno di addio alla dualità: una miscela di emozioni e sentimenti apparentemente contrastanti tra loro. I suoni alternano il rock al pop di fine anni 90, strizzando l’occhio all’indie e ai cantautori moderni, mentre i testi alternano un tono perentorio a momenti molto più personali intimi e introspettivi.

“Quest’album -racconta Donno- può essere riassunto in una sola frase: ‘sono dei i malanni tuoi o avvoltoi se è questo ciò che  vuoi’. Ogni cosa è nello stesso tempo l’esatto lato opposto della stessa medaglia, non c’è meglio o peggio, bene e male, giusto o sbagliato ma solo il nostro modo di interpretare qualsiasi cosa che che decidiamo di farci e di far accadere. ‘Dei e malanni’ è un monito a trasformare anche le cose apparentemente più dannose -conclude- in un’occasione di cambiamento, miglioramento e guarigione”.

Nicolas Donno nasce a Luino, sulle sponde del Lago Maggiore, e vive a Milano. Comincia a cantare e a suonare la chitarra in diverse band, e nel 2009 fonda il suo primo progetto di inediti, ‘A Million Ways’, dalle influenze posthardcore/metalcore. La band registra il suo primo EP e suona dal vivo in Italia ed Europa dell’Est. Nel 2012 Donno fonda un’altra band, The Gap, con la quale cambia sonorità e si orienta verso il punkhardcore e il rock. Anche questa volta pubblica un EP e porta la sua musica dal vivo. Dopo queste due esperienze, durante le quali canta in lingua inglese, Donno forma la band Il Distacco, si approccia a un genere più alternative rock – grunge e inizia a cantare in italiano.  Nel 2015 pubblica l’album ‘I 17 Lati’ e riprende a esibirsi dal vivo in giro per l’Italia. Contemporaneamente si avvicina allo studio di naturopatia e scienze olistiche. Nel 2018 decide di iniziare la carriera solista, accompagnato in un percorso personale e di produzione musicale da Sergio Quagliarella. Le sue influenze sono molteplici: fra tutte spiccano Sting, Jeff Buckley, Chris Cornell, Bring Me The Horizon e gli italiani Marlene Kuntz. La passione per la prepotenza sonora del metal da una parte e lo studio delle medicine tradizionali antiche dall’altra sono le due colonne portanti, sebbene apparentemente in forte contrasto, del suo stile musicale e della sua visione del mondo.

Track by track dell’album:

‘Indigesto’: parla proprio dell’indigestione fisica e metaforica della situazione odierna attuale e personale che mi ha fatto cominciare a scrivere questo disco. È un atto di sfogo ponderato nei confronti delle istituzioni principali, del tabù del sesso e della continua confusione tra oggetto e soggetto.

‘Altri vizi’:  Il vizio di cui parlo è psicologico, comportamentale e di atteggiamento alla vita, alla società. Questo brano parla delle abitudini nocive e limitanti a cui ci aggrappiamo perché ci sono familiari, del ripetersi degli schemi mentali, della quotidiana routine, che ci mantengono sempre fermi nella nostra posizione, magari scomoda ma più confortevole rispetto a un futuro incerto e a un cambiamento che spaventa.  Parla del lento ma costante auto avvelenamento fisico, emozionale e mentale che ci imponiamo, quando rimandiamo a un domani l’ipotesi di cambiamento perché ci sentiamo sicuri nel labirinto ben arredato che ci siamo costruiti, ma che ci allontana da chi siamo e da cosa potremmo fare davvero, se ogni giorno non fosse sempre lo stesso.

‘Incondizionatamente’: Questa canzone nasce da una lettera scritta a una persona, che è stata molto importante per me, in un momento arrivato poco dopo la fine della nostra storia. Un epilogo giunto senza sorpresa, ma contro la mia volontà. È un’esortazione a vivere gli amori per ciò che sono, senza complicare tutto mettendo in campo i freni della mente che tende sempre a conservarci dalle sofferenze e dai rischi, impedendoci di amare. 

‘Dei e malanni: Ogni cosa che ci accade nella vita, che sia apparentemente bella o brutta, può essere sia un dio sia un malanno: un’occasione di crescita, cambiamento e miglioramento della propria esistenza o un male che ci fa morire metaforicamente e concretamente. Tutto dipende da noi e, al di là del fatto di esserne consapevoli o meno, è tutto nella nostre mani: “sono dei i malanni tuoi o avvoltoi se è questo ciò che vuoi”. Il brano è un invito a trasformare le proprie disgrazie in qualcosa di addirittura divino e propedeutico alla propria guarigione, un monito a non farsi mangiare dagli avvoltoi sempre pronti a banchettare ogni volta che ci fermiamo.

‘Avere fede’: non è già forse un’atto di fede stesso abbandonarsi al sonno notturno non sapendo se al mattino effettivamente ci si risveglia? Questa canzone è la mia visione un po ironica della fede classica e  della mia fede, che è un concetto assolutamente nato in termini non religiosi! Avere fede parla della spinta interna che tutti hanno e che possono utilizzare come mezzo per giungere alla propria meta

‘Giochi di specchi’: è una confessione a una donna amata, una musa che ispira costantemente la mia arte e che mi ha permesso di conoscere dei lati di me che prima erano sconosciuti.

‘Qualcosa di importante’: è un dialogo tra mente e cuore! Mi sono divertito a paragonarli a due persone che stanno insieme e che discutono costantemente come una normale coppia.

‘Boom nella testa’: hai mai guardato una foglia che cade, un raggio di sole che entra nella stanza, un suono in lontananza che ti colpisce e in quel momento, in un istante capisci tutto quello che ti serviva capire in una situazione di vita particolare? Ecco, quello è il mio boom nella testa.

‘Addio’: questa canzone, nonostante sia la prima che ho scritto è il finale dell’album! Il cerchio si chiude così come è iniziato, ma con un’esperienza completamente diversa. Dopo  aver sperimentato emozioni, sentimenti, dopo averli accolti e ringraziati non si puo far altro che lasciarli andare e dire addio! È un addio al dualismo, a tutte quelle cose che ci costringono a pensare sempre a giusto sbagliato, vero falso, è la terza via trovata.

‘Pelle di serpente’: è il vero finale del disco! Gli sbagli commessi, le esperienze fatte, le cose nuove che abbiamo appreso e che ora conosciamo… sono sufficienti a farci cambiare davvero? O in fondo nonostante tutto continuiamo a ripetere gli stessi copioni con abiti e maschere diverse? Sapere è sufficiente per essere? 



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