Roberto Cacciapaglia e le sue ‘Generazioni del cielo’ al Teatro Dal Verme

Last Updated: 5 Giugno 2024By Tags:

Milano

Il 13 giugno duplice appuntamento con Roberto Cacciapaglia. La sua prima opera ‘Generazioni del cielo’ torna in scena al Teatro dal Verme di Milano (ore 20,30, Via San Giovanni Sul Muro, 2) eseguita dall’orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da Carlo Boccadoro. Lo stesso giorno sarà disponile in digitale ‘Heimat – The Earth’ (Virgin Music Group), versione inedita del brano finale del primo atto dell’opera. Secondo brano che anticipa l’album di inediti del pianista e compositore, in uscita prossimamente.

 ‘GENERAZIONI DEL CIELO”

‘Generazioni del cielo’ fa parte della rassegna ‘Panorami sonori’ organizzata da I Pomeriggi Musicali (biglietti disponibili QUI Venne rappresentata la prima volta al Teatro Metastasio di Prato il 9 maggio 1986. “Generazioni del cielo è un inno alla natura, agli elementi, al sole, alle stelle, all’Universo, alla bellezza interiore ed esteriore”, spiega Roberto Cacciapaglia. “L’opera è in due atti. Il primo atto è in relazione con il mondo esterno, la Natura tutta. Il secondo atto è orientato al mondo interiore, alla ricerca della consapevolezza, dell’evoluzione”.

L’ARCA DI MASSIMO SCOLARI

L’Arca di Massimo Scolari, scenografia dell’opera, è il simbolo dell’integrazione tra mondo esteriore e mondo interiore dell’uomo, senso centrale del lavoro che ritroviamo anche nei testi di Giada Manca di Villahermosa, nella relazione tra sentimenti, sensazioni e natura: alberi, animali, minerali, sole, stelle, universo. La scrittura musicale utilizza elementi fondamentali dell’armonia in tutte le epoche. Unisoni, triadi, quinte, ottave, ripetizioni melodiche e cicli che si rifanno alle orbite planetarie e alla struttura degli armonici. Gli stessi canoni con cui Pitagora faceva coincidere le leggi dell’Universo.

ROBERTO CACCIAPAGLIA

“È una scrittura acustica che deriva dall’esperienza elettronica, post-elettronica. Gli archi e le voci non vibrano, sono in relazione con un sistema antichissimo e insieme contemporaneo. Dopo l’Ouverture, l’opera si apre con la prima Aria ‘Kneeling World’ (‘Mondo in ginocchio’). Vediamo quanto questo mondo sia oggi ancora più in ginocchio, devastato da guerre, disastri ambientali, pandemie, allevamenti intensivi… Ma soprattutto dalla mancanza di consapevolezza e di amore verso il nostro pianeta, la nostra patria”.

‘HEIMAT – THE EARTH’

‘Heimat – The Earth’, spiega Cacciapaglia “è la terra natìa, la Terra non intesa come città o nazione, ma come Spazio Infinito. Uno spazio, sia esterno che interno, che appartiene a ognuno di noi, a ogni essere umano, che va integrato e tenuto unito. Senza limiti e gerarchie di classe, età, etnia. Con questi obiettivi ho deciso di realizzare una nuova versione di ‘Heimat’, che coincide con la ripresa dell’opera”.

Il brano, senza testo dato che il testo è legato strettamente all’opera e al suo libretto, comunica il suo messaggio attraverso il mondo dei suoni puri. Pianoforte, archi e voce, strumento direttamente in relazione con l’Anima. “L’Intelligenza Artificiale -sottolinea Cacciapaglia- può e potrà essere di grande aiuto per l’umanità, ma certo non possiamo affidare la Creazione a uno strumento che non ha un’Anima. E speriamo nessuno proverà mai a fargliene avere una…”.

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