Sergio Caputo e il suo ‘Sabato Italiano’ al Teatro Lirico Giorgio Gaber

Last Updated: 20 Marzo 2024By Tags:

Milano

Sergio Caputo e il suo ‘Sabato italiano’ sarà a Milano, al Teatro Lirico Giorgio Gaber, il 25 marzo. La tappa milanese sarà il primo di tre appuntamenti che porteranno poi ‘Un sabato italiano show 40’ il 13 aprile a Roma all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone (Sala Sinopoli) e il 17 aprile a Torino al Teatro Colosseo. Il tour prodotto da Opera Management e Occhio per occhio Entertainment celebra i 40 anni dall’uscita di ‘Un sabato italiano’, album pubblicato nel 1983, passato alla storia della musica italiana. Il tour sarà anche l’occasione per presentarenil suo nuovo singolo ‘Sono uno spirito libero’, uscito a gennaio per sony Music. I biglietti sono già disponibili QUI e in tutti i punti vendita autorizzati Ticketone.

SERGIO CAPUTO

“La natura di un artista è proprio quella di cambiare, evolversi, rivoluzionare, di uscire dai recinti mentali e mettersi continuamente alla prova”, afferma Sergio Caputo. “E per far questo non bisogna lasciarsi condizionare dagli stereotipi che gli altri vogliono cucirti addosso. Questo nuovo brano mi è arrivato all’improvviso, come qualcosa che avevo dentro da sempre, e che dopo quaranta anni di carriera ha deciso di uscire.  Ora entrerà nel mio repertorio e vi resterà, perché mi rappresenta come artista e come uomo».

IL VIDEOCLIP

Il video del brano presenta un Sergio Caputo in versione ‘magrittiana’, con citazioni fotografiche alla André Breton. Cristina, sua moglie nei panni di Liza Minnelli in ‘Cabaret’ e i figli Victor, Lucrezia e Ludwig in chiave ‘chapliniana’. “Le mie canzoni sono sempre state in qualche modo associate al surrealismo”, osserva. “Anche se parlano di storie vissute sul serio e di emozioni vere. Proprio ciò mi ha suggerito la chiave per girare il video, legando le immagini ad un linguaggio surrealista, con allusioni cinematografiche e riferimenti di quel periodo. C’è inoltre la scelta del bianco e nero, e un’atmosfera rarefatta simile a quella dei primi filmati di cantanti francesi come Serge Gainsbourg, Jacques Brel o Gilbert Bécaud”.

Sergio Caputo e il suo ‘Sabato italiano’ al teatro Lirico di Milano

 ‘UN SABATO ITALIANO’

Protagonisti del tour saranno quei brani che raccontano storie di vita attraverso uno stile letterario ispirato alla poesia moderna e neorealista, presenti in ‘Un Sabato Italiano’. Album non incline alle logiche commerciali che ottenne inaspettatamente, sin da subito, riscontro dal pubblico e un successo immediato, segnando l’inizio della lunga carriera artistica del cantautore romano. A questo proposito, Sergio Caputo osserva che sia davvero incredibile come il mio primo album mi abbia inseguito fin qui, accompagnandomi per quaranta anni di carriera, venga oggi apprezzato e considerato attuale da persone che non erano ancora nate quando uscì”.

“Trovo anche molto buffo che, nel corso di questi 40 anni, in cui non è mancato chi abbia ostinatamente tentato di blindarmi negli anni ’80, io e ‘Un Sabato Italiano’ continuiamo, anno dopo anno, a trovare un pubblico sempre caldo, che si rinnova e si arricchisce di nuovi fan. Come me lo spiego? Le canzoni dell’album esprimono emozioni slegate da tempi e contesti, emozioni che tutti noi abbiamo prima o poi provato nel corso della vita, e in cui tutti possono sempre riconoscersi».

LA CARRIERA

“Il mondo della musica è molto diverso da com’era quando ho iniziato la mia carriera”, osserva Sergio Caputo. “Non sono certo il solo a dirlo. La musica oggi, al di là dei generi, si divide in due grandi categorie. La musica ‘usa e getta’, quella che fa furore per un attimo e poi svanisce dalla memoria collettiva per essere rimpiazzata da qualcosa di nuovo. Poi c’è la musica che nasce per durare e fare da colonna sonora alla nostra vita. Fin dall’inizio ho scelto di far parte della seconda categoria. Mi sono impegnato a scrivere canzoni che potessero aspirare a diventare dei ‘classici’, questo già da quando andavo a sentire il jazz nei club. Mi chiedevo perché nessuno scrivesse più pezzi come quelli”.

 

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