“Le abitudini -prosegue l’artista- sono la nostra sottile corazza contro l’imprevedibilità dei cambiamenti, un posto sicuro, senza troppo ‘rumore’, dove tutto si ferma in attesa della nuova stagione. Quando con Matteo (Matteo Vitelli il regista ndr) ci siamo incontrati per parlare delle idee da sviluppare, mi ha chiesto a cosa mi facesse pensare il brano ‘Le abitudini’: ho risposto con fermezza ‘al mare d’inverno’. Appena uscito dalla bocca il suono di queste parole ho visto il suo sguardo incuriosito e, senza che riuscisse a controbattere, ho continuato: ‘Il mare d’inverno è un concetto che il pensiero non considera, è poco moderno…’. Lui, sorridendomi, ha risposto: ‘…è solo un film in bianco e nero visto alla tv…'”. Il mare d’inverno di Enrico Ruggeri è stata la scintilla che ci ha permesso di raccontare, attraverso le immagini di Matteo, i dubbi, i suoni e le domande che mi faccio ogni giorno e che ho racchiuso dentro ‘Le abitudini'”.
Quanto all’album, ‘Volevo fare un disco’, “quando da piccolo mi chiedevano cosa volessi fare da grande -ricorda Galil30- io rispondevo: ‘Vorrei fare un disco’. E oggi, che ancora non so cosa voglia dire in fondo ‘esser grandi’, ho coronato questo mio piccolo grande sogno. Ho pensato molto a come chiamare il nuovo lavoro, a come poter racchiudere in modo sensato la mia musica, le mie parole, il mio mondo, e mi son detto che ‘volevo fare un disco’ sarebbe stato perfetto. Calza a pennello. Quattro semplici parole che descrivono il percorso fatto per arrivare fin qui… otto canzoni che parlano della mia vita, un po’ come se fosse un’autobiografia. Non è stato facile, si percepisce, ma questo disco racconta i miei sogni, le mie abitudini, il mio quartiere e la mia città. I miei momenti di solitudine, i miei dolori e le mie più grandi incazzature, i miei amori, le mie amicizie, le mie serate e i miei viaggi. I miei concerti, le mie note, i miei sorrisi. Ho cercato di metterci tutto me stesso perché penso che solo così chi lo ascolterà mi potrà conoscere e, se lo ascolterà con attenzione, riconoscersi. Sembra banale, ma nella semplicità si celano le musiche più difficili da ascoltare, le parole più vere da comprendere. Nella frenesia di oggi, ci vuole ancora un cuore grande, ma anche un culo grande, che aiuti… Sì, volevo fare un disco sono solo quattro semplici parole -conclude- ma non avrei potuto dirlo meglio”.
TRACK LIST
Francesco (esci tutte le sere)
Viaggiare leggeri
Le abitudini
QuasiMai
Motel
Fernet
L’uomo di Da Vinci
Mi hanno rubato la macchina