Milano Music Week, le donne rappresentano il 14 per cento nelle classifiche ufficiali

Senza categoria

Le donne rappresentano il 14,1% nelle classifiche ufficiali della musica in Italia. In proporzione, è presente 1 artista donna ogni 4,1 uomini. Un ‘gap’, questo, che va riducendosi negli ultimi 4 anni nel mondo degli artisti più giovani e under 30, dove la proporzione uomo/donna diventa di 3,4 a 1. Sono i dati presentati da Spotify (fonte e analisi dati: GfK), nel suo report sul Gender Gap nella scena musicale italiana, e che fotografano la presenza di un divario importante tra artisti uomini e donne nel settore, seppure in costante evoluzione. I dati sono stati presentati nel corso di un panel nell’ambito della Milano Music Week 2021, nel quale sono intervenuti Federica Tremolada, Managing Director Southern & Eastern Europe Spotify; Enzo Mazza, CEO di FIMI; Dario Giovannini, VP di PMI; Annalisa, artista tra le più apprezzate nel panorama musicale nazionale.

Lo streaming ha un ruolo fondamentale nell’evoluzione di questo scenario. Nel corso degli ultimi 4 anni, i tassi di crescita più sostenuti per la donna rispetto a quelli dell’uomo, portano il peso dello streaming per le donne al di sopra del 70%, in linea con quello degli uomini. La crescita dello streaming delle artiste donne under 30 è notevolmente superiore a quella registrata tra gli artisti uomini under 30 (+472 % vs +183%). Per le donne rimane comunque fondamentale anche il supporto fisico, che negli ultimi 4 anni vale il 54% dei volumi realizzati rispetto al 44% degli
uomini.

“Seppure il quadro generale penalizzi fortemente la figura dell’artista donna -commenta Federica Tremolada–  il trend è confortante, ed è sintomatico di come oggi effettivamente alcuni generi musicali, come ad esempio l’Urban, vedano crescere fortemente la presenza femminile, sia tra i fan che tra gli artisti. La Z-Gen sta sconvolgendo lo scenario musicale. La fluidità tra i generi si rispecchia in quelli musicali, dissacrando i canoni tradizionali e rendendo difficile assegnare etichette ai generi musicali odierni. Lo streaming in questo ha avuto un ruolo fondamentale, dando la possibilità di accedere a milioni di titoli sempre e in ogni luogo e dando voce a migliaia di nuovi artisti, senza differenza di genere o di età”.

“Le nuove generazioni -ha affermato Enzo Mazza– stanno superando gli schemi tradizionali, che vorrebbero definire alcuni generi a caratterizzazione maschile o femminile, ritenendo importante solo il contenuto e l’autenticità dell’artista rispetto alla propria dimensione. Nelle nuove generazioni vi è sempre meno dipendenza dal repertorio o dal genere musicale: il fan passa da un genere a un altro con effetti trasparenti sull’artista, non individuato o caratterizzato per il sesso, ma per la vicinanza a iniziative sulle quali la Gen-Z è molto attenta. Questo cambiamento, già in corso, inevitabilmente porterà a modificare l’attività di A&R (ricerca e sviluppo) nelle label”.

Il ‘gap’ tra donne e uomini è notevole se si considera il numero di tracce e album nelle classifiche. Per ciascuna traccia di una artista donna in classifica singoli, se ne rilevano 6 di artisti uomini; per quanto riguarda gli album, il rapporto è di 1 a 4,6. L’età media delle donne italiane presenti in classifica è di 37 anni, 8 anni in più rispetto a quelle
internazionali e 3 anni in più rispetto agli artisti uomini. Le donne sembrano anche essere meno coinvolte degli uomini nelle collaborazioni musicali: tra i progetti di artisti uomini, solo il 15% dei titoli vede la presenza di una voce femminile (Uomo+Donna). Inoltre, il 77% delle collaborazioni proposte dalle artiste è con uomini. Infine, i periodi da febbraio ad aprile e il mese di dicembre (i mesi dunque di Sanremo e del Natale) sembrano rappresentare i movimenti di svolta per gli ascolti delle artiste.

“Nella musica e nell’arte in generale -ha aggiunto Dario Giovannini–  il punto di vista femminile è meno sdoganato, meno popolare, e non ha avuto le stesse opportunità di essere ascoltato rispetto a quello maschile. La narrazione maschile ha sempre prevalso. L’immaginario femminile deve rappresentare qualcosa di già conosciuto e incasellarsi dentro una narrazione predefinita (da uomini). Il mondo discografico è ancora molto maschile. Si è creato così un ambiente improntato in una direzione, che non è per forza sbagliata, ma non può sempre essere l’unica. È importante che artisti e artiste siano uniti nella lotta alla disparità di genere” ha concluso Giovannini.

“Più si parla di queste tematiche e più si fanno passi avanti per il futuro -ha osservato Annalisa– così come dimostrano i dati stiamo andando nella direzione giusta, le nuove generazioni stanno dimostrando che le
differenze di genere e di gender nella musica si stanno ridimensionando. Ma c’è ancora tanta strada da fare. Il lavoro di un’artista donna nella musica è più difficile e laborioso, ad esempio si viene spesso considerate cantautrici a fatica e soprattutto se ciò che scrivi parla di emozioni. Questo -ha concluso- è uno degli aspetti su cui dobbiamo ancora lavorare”.

Condividi questo Articolo