‘Carnage’, il nuovo album post-punk crudo e diretto dei Black Veils

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‘Carnage’ è il nuovo album dei Black Veils, disponibile in CD, LP e digitale per Icy Cold Records con distribuzione Audioglobe. Scritto e registrato prima dello scoppio della pandemia di Covid-19, il terzo album in studio dei Black Veils è un disco di post-punk crudo e diretto, registrato e mixato per restituire l’impatto ‘live’ della band. Basso violento, chitarre taglienti, voce dinamica e batteria instancabile: l’intento era creare un album corale, con un sound più spontaneo e aggressivo dei precedenti, senza barocchismi. ‘Carnage’ prende ispirazione dall’immaginario tipico dei Black Veils: tanto cinema, un po’ di sano esistenzialismo, gli effetti a breve e lungo termine dell’insonnia, una dose spropositata di black humour. Ma non solo: è forse il primo disco dei Black Veils che riflette sullo scenario sociale italiano e mondiale.

‘Carnage’ è un vero e proprio concept sui ruoli di vittima e carnefice, posizioni sempre interscambiabili in tutti gli ambiti relazionali. Brani come ‘See You at My Funeral’, ‘Hyenas’, ‘This Is Going to Hurt’, ‘Death by Arrogance’ e ‘Cities on Fire’ riflettono sulle manipolazioni politiche che mirano a dividere e far scontrare le fasce più deboli della popolazione, lasciando costantemente indenni i privilegiati. Ma anche canzoni come ‘Rabbits’, ‘Lamourlamort’, ‘Phantom Limb Syndrome’ e ‘September Kills’ giocano sull’ambiguità dei ruoli e sull’incomunicabilità.

‘Lamourlamort’ trae ispirazione dal film di Robert Aldrich ‘What Ever Happened to Baby Jane?’ e dal romanzo ‘Pompes funèbres’ di Jean Genet. Il ritornello riprende un momento dell’intervista di Nigel Williams a Jean Genet, in cui l’autore francese confuse le parole ‘l’amour’ e ‘la mort’; ‘This Is Going to Hurt’ cita in modo assolutamente delirante Elizabeth Short (Black Dahlia) e Gian Maria Volonté; il bridge di ‘Death by Arrogance’ riprende alcuni passi da ‘Le Chants de Maldoror’.

 

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