‘Fabrizio De Andrè e Pfm. Il concerto ritrovato’ nelle sale il 17, 18 e 19 febbraio

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(di Daniele Rossignoli) ‘Fabrizio De Andrè e Pfm. Il concerto ritrovato’. Sarà nelle sale, trecentosettanta lungo tutta la penisola, il 17, 18 e 19 febbraio, il docufilm di Walter Veltroni che ricostruisce un’epoca indimenticabile, testimoniata dall’irripetibile sodalizio artistico tra uno dei più grandi artisti italiani di sempre e la rock band italiana più conosciuta al mondo. Partendo dalla ritrovata registrazione video completa del concerto di Genova del 3 gennaio 1979, “siamo di fronte -spiega Veltroni in occasione dell’anteprima a Milano- ad una strana cosa. Dopo quarantuno anni è riemerso questo documento che rischiava di esser distrutto”.

Dopo un lungo periodo di ricerca con il supporto di Franz Di Cioccio, il nastro che si credeva perduto per sempre è stato rintracciato e grazie al regista Piero Frattari, che lo ha salvato e conservato nel corso dei decenni, è stato recentemente possibile restaurarlo. “Quelle cassette -aggiunge Veltroni- sono state salvate dal macero e dall’oblio. Le immagini furono girate da Piero Frattari con pochi mezzi e poche luci, in modo che Fabrizio non avvertisse la presenza, che non amava, della documentazione visiva del concerto. Poi si erano perse. Il loro ritrovamento e la loro rigenerazione, specie nello spettacolare audio 5.1, consentono a tutti di fruire della testimonianza di uno dei tour più importanti della storia della canzone italiana di quegli anni”.

“Si è trattato -sottolinea- di un’operazione nata dall’incontro di due diversità musicali: quella della canzone d’autore e quella del rock progressivo, che si sentivano lontane come lontani erano i loro pubblici. Ma come spesso succede, da queste due diversità è nata una cosa meravigliosa”. Il documentario “l’ho pensato come un viaggio nel tempo. Verso quel giorno di gennaio della fine degli anni Settanta. Su un piccolo treno o nel teatro parrocchiale dove fecero le prove, alcuni dei protagonisti di quella esperienza ricostruiscono il clima sociale, civile e culturale di quei giorni”.

Tra i protagonisti di quel concerto Franco Mussida confessa il proprio stupore nel riascoltare, per la prima volta, la voce di Fabrizio De Andrè in  occasione di quel concerto: “Ha una voce unica. Quello di Genova -precisa- non è da annoverare tra i più bei concerti che abbiamo fatto con Fabrizio, tuttavia la sua voce ha una apertura e una capacità di interpretare ogni brano, con serenità, senza tensioni. Di Fabrizio ho tanti ricordi e mi rimangono tante cose, ma una in particolare: la frase ‘dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior’. Questa frase -conclude- ci fa capire come l’amore, i sentimenti siano le cose più importanti della vita”.

Per Flavio Premoli, altro ‘storico’ componente della Pfm, rivedere questo film “è stata un’esperienza unica. Eravamo in un postaccio -spiega- con una acustica pessima e delle luci scarse. Per la prima volta, grazie a questo film, sono riuscito a vedere Fabrizio in faccia mentre cantava. Bene, mi ha piacevolmente sorpreso la sua faccia sorridente, era felice. Evidentemente, il lavoro che stavamo facendo era un gran bel lavoro”. Dello stesso parere anche Patrick Djivas: “si vede che Fabrizo non si sentiva addosso il peso di tutto il concerto. Un peso che condivideva con tutti noi e quindi questa cosa lo rassicurava”.

Franz Di Cioccio ricorda, invece, come è nato il progetto: “Con Fabrizio, nel ’70, ci chiamavamo ancora ‘I Quelli’, avevamo registrato l’album ‘La buona novella’. Anni dopo, nel ’78, dopo che come Pfm avevamo già alle spalle diversi concerti e tourneè negli Usa, Fabrizio ci venne a sentire a Nuoro. Il giorno dopo, a casa sua, lanciammo l’idea di fare dei concerti insieme. Idea che fu prima scartata da Fabrizio ma poi, visto il parere negativo di tutti, accettò la sfida. ‘Se è una cosa impossibile da fare -disse- allora la faccio'”.

Solo nel 1975 Fabrizio De André decise di esibirsi in pubblico, in locali e palasport, eseguendo il suo repertorio quasi ed esclusivamente nella versione originale. Nel 1978 la PFM lo convinse a fare un tour insieme lungo tutto lo stivale e ad arrangiare i suoi brani in chiave rock. Un’unione artistica unica nella storia, un legame nato ai tempi della registrazione in studio dell’album “La buona novella”, un’amicizia che porta Fabrizio e PFM a rincontrarsi nel tempo, come in occasione di un concerto estivo della band a Nuoro proprio nell’agosto del 1978.

Nel docufilm (prodotto da Sony Music con Except) trovano spazio 14 brani: La canzone di Marinella, Andrea, Il testamento di Tito, Un Giudice, Giugno ’73,La guerra di Piero, Amico fragile, Zirichiltaggia, Rimini, Via del campo, Avventura a durango, Bocca di rosa, Volta la carta, Il pescatore.

 

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