‘Mi chiamo Gaetano’, la dedica di Fulcheri a Scirea

Last Updated: 28 Agosto 2019By

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Testo e musica di Giuseppe Fulcheri
Produzione artistica di Alberto Tafuri

“Mi chiamo Gaetano, puoi vedermi se vuoi
Gioco da libero in cielo, con la numero 6
Fra tutte le stelle, quella che parla un po’ meno
Ma prova elegante a brillare di un amore sincero
E timidamente accenna un lieve sorriso
Perché un avversario che ha perso, non va di certo deriso

In fondo è solo una partita
E pensa che strana, che assurda la vita
Quel giorno in settembre che si è presentata
Lontano da casa, su una strada d’Europa
Come un arbitro è scesa, per dirmi è finita
Poi un fuoco improvviso, più rosso di un lampo
E quel cartellino mai preso sul campo
Mi chiamo Gaetano, gentiluomo in difesa
Tra i piedi una palla e in mano, in mano una rosa
Mi puoi ritrovare nei silenzi dell’alba
Non ho mai amato il rumore, le luci della ribalta
Io continuo a giocare nel cuore di ogni bambino
E se anche mi ha fatto del male, l’ho perdonato il destino

In fondo è solo una partita
E pensa che strana, che assurda la vita
Quel giorno in settembre che si è presentata
Lontano da casa, su una strada d’Europa
Come un arbitro è scesa, per dirmi è finita
Poi un fuoco improvviso, più rosso di un lampo
E quel cartellino mai preso sul campo
Mi chiamo Gaetano, puoi vedermi se vuoi
Gioco da libero in cielo, con la numero 6”

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