INTERVISTA/ Frank Musker: “Oggi c’è troppa musica, con la scusa di volerla democratizzare è diventata una dittatura”
Rientrato in Inghilterra dopo un soggiorno in Italia, dove giorni fa ha ricevuto il ‘Premio AILA – Progetto Donna’, Frank Musker racconta a IlMohicano del suo nuovo progetto discografico, commentando sul futuro della musica e dei giovani artisti. Accompagnato dalla sua band storica, World Goes Round, Musker ha lanciato nei giorni scorsi un nuovo singolo, che celebra l’amore universale: ‘Be The Love You Are’.
Il singolo anticipa un nuovo album attualmente in lavorazione, segnando il ritorno discografico di un gruppo attivo sin dagli anni ’80. “Con Elizabeth Lamers, Marty Walsh e Jeff Hull (I World Goes Round ndr) abbiamo cominciato un nuovo disco”, racconta Frank Musker. “Nonostante loro siano in America e io in Europa, tramite internet è possibile comunicare veolcemente e registrare a distanza”. E dopo il primo singolo “tra settembre e ottobre uscirà un secondo brano”.
Com’è cambiata la musica negli ultimi quarant’anni?
“La musica non è cambiata molto dal punto di vista melodico e testuale”, Spiega Frank. “Sicuramente però è cambiata rispetto agli anni ’80. Allora era una novità il fatto di programmare tutto. All’epoca si sperimentava molto ma seguendo sempre una certa programmazione. Adesso a me interessa in modo particolare l’evoluzione della musica, non tanto la sua programmazione e il nuovo disco sarà molto più live rispetto a quello di trent’anni fa”.
C’è troppa musica adesso?
‘Certamente sì. Oggi con Spotifay con il pretesto di voler democratizzare la musica la stessa musica è diventata dittatura. Ogni giorno migliaia e migliaia di persone fanno uscire dei pezzi che per la maggior parte dei casi sono inascoltabili. Questo regisringe lo spazio per i veri musicisti. Oggi tutti possono fare i dischi. Dischi che, però, non interesano a nessuno. Ebbene sì, forse c’è troppa musica in giro tanto che è diventata un accessorio della nostra vita. La si usa per tutto, per vendere ogni cosa e questo la porta ad una sua svalutazione”.
Ma la musica, quindi, è finita’
“E’ sbagliato pensare che la musica sia finita. Ogni tanto fa la sua rivoluzione. Non so ancora quale sarà la nuova ventata musicale ma sono sicuro che prima poi arriverà. La prima, vera rivoluzione l’hanno fatta i Beatles dei quali mi considero un fratello minore. Dove andavano loro andavo anch’io. Se loro abbracciavano il misticismo indiano io mi ci buttavo a capofitto. Ho imparato molto di più dai Beatles che dall’università. Sono stati una vera rivoluzione culurale”.
E la music business?
“Prima della music business c’era semplicemente la musica, ma che musica. Con la musica si può anche generare una marea di soldi ma poi la si trasforma in un mostro. I grandi artisti stanno facendo una fortuna ma quelli piccoli, i meno fortunati, fanno la fame. Tuttavia io sono ottimista e aspetto la nuova rivoluzione. Ovviamente una rivoluzione musicale”.
Quali consigli per i giovani?
“Molti giovani che si apprestato a fare i musicisti mi chiedono dei consigli. La prima cosa che dico è di seguire la loro passione e non il successo subito. Se hai la passione per la musica falla dal vivo. Il rapporto con il pubblico è fondamentale. Solo suonando davanti alla gente capisci se sei in grado di fare qualcosa di valido o meno. Il pubblico non mente. La reazione del pubblico èl a guida migliore per un musicista. Tutto questo non lo si può ottenere con un computer”.
Il successo immediato è una bugia
“La musica è una passione, il successo immediato è una bugia. Non bisogna poi dimenticare che per scrivere musica occorre avere una certa esperienza. Soprattutto un’esperienza di vita vera. Il mio vecchio amico Dominic Bugatti mi dice sempre che essere originali è come camminare sui sanpietrini. E’ estremamente difficile. L’unica cosa che rende originale rispetto agli altri è la personalità. Detto questo non vorrei scoraggiare i giovani ma i giovani di oggi devono essere realisti. Il successo può anche essere piuttosto dannoso. Ho visto molte persone uscire dai binari solo per la pressione di essere riconosciute ovunque”.
Frank Musker
Grazie alla sua versatilità e alla padronanza di cinque lingue, Musker ha scritto per artisti del calibro di Queen, Chaka Khan, Lucio Battisti, Carly Simon, Gypsy Kings, Jennifer Rush, Eric Clapton, Zucchero, Pavarotti, Ronan Keating, Macy Gray, Tom Jones, e molti altri. Con oltre 30 dischi d’oro e di platino e più di 80 milioni di copie vendute nel mondo, Frank Musker continua a essere una figura centrale nella scena musicale internazionale ed è considerato uno dei più prolifici autori e compositori britannici.