Simone Cristicchi: “E’ stato come camminare in bilico su un filo. Ma ho messo d’accordo meloni e Schlein”
“Credo di avere portato un brano molto difficile, un brano difficile da cantare per me perché ci ho messo dentro tanta vita e tanta verità e credo che questa verità io sia riuscito a trasferirla. Ma è stato come camminare in bilico su un filo. C’è voluta un po’ di incoscienza e tanta grazia per fare arrivare un tema così difficile, che riguarda tutti noi, il ciclo della vita. Credo che siamo nati da un atto d’amore. Siamo arrivati su questo pianeta per imparare ad amare e non andiamo verso il nulla. Credo che ritorneremo a quell’amore”. Così Simone Cristicchi, ospite a Domenica In spiega la sua canzone. “Tutti mi hanno detto che è una canzone che parla di speranza, non è una canzone triste e certo fa commuovere tutti perché tocca corde molto profonde che appartengono a ognuno di noi. E la cosa che mi stupisce, il vero regalo che mi ha fatto questo festival è che questo brano è amato anche dai ragazzi che mi scrivono e commentano che l’anno imparata a memoria. In questa canzone rivedono i loro nonni”.
A chi gli domanda un commento alle critiche mosse da Selvaggia Lucarelli (che ha accusato di romanticizzare il dolore, tra l’altro), Cristicchi va oltre. “Sono successe cose straordinarie in questi giorni. Mi fermo alle cose belle perché le altre lasciano il tempo che trovano. Questa canzone è piaciuta sia a Giorgia Meloni, sia alla Schlein. Su questo sono riuscito a metterle d’accordo. Per me questo Festival è stata l’occasione per fami conoscere dai giovani, potranno approfondire il mio repertorio e teatro. Dopodomani torno alla mia vita normale che è sui palcoscenici di tutta Italia”.
Nessun commento nemmeno a chi gli chiede della “strumentalizzazione dei Pro-Vita”: “l’arte pura – afferma – è un regalo, un dono. Questo brano per me è un dono alle persone che lo hanno capito e amato. Quando si parla in questi termini si va su un altro piano”.