I cantautori sono vivi, viva i cantautori! Jovanotti esplosivo a Sanremo
I cantautori sono vivi, viva i cantautori! Questo potremmo dire dopo la prima serata della 75esima edizione del Festival di Sanremo. Non è un caso che 4 delle 5 canzoni più votate dalla sala stampa appartengano a penne e musicisti raffinati del panorama musicale italiano. La quinta è una sublime interpretazione di Giorgia. Tra i cantautori includiamo assolutamente anche Achille Lauro. Che a fine esibizione ha svelato la ragion per cui del suo testo e della sua intensa canzone. In una lettera inviata ai giornalisti, Lauro spiega che la canzone è dedicata al suo primo grande e unico amore, ‘S.’ A testimonianza di ciò rende pubblica la lettera che proprio ‘S.’ gli ha indirizzato.
Eccola:
Cari giornalisti,
le canzoni a volte non sono solo semplici canzoni.
Sono la nostra storia.
Questa è ‘Incoscienti Giovani’ raccontata da chi l’ha vissuta, stasera dal mio più grande amore:
“Quando ho conosciuto Lauro era un adolescente magrolino, con i capelli sempre rasati corti e il viso scavato.
Eravamo molto giovani quando ci siamo innamorati.
Io vivevo da sola con mia madre, e lui veniva spesso da noi.
Lo abbiamo aiutato tanto quando era solo, per mia madre era come un figlio.
Aveva questa ossessione per la scrittura, come se fosse l’unico modo per dare un senso a tutto ciò che lo circondava e , probabilmente, scrivere lo aiutava anche a metabolizzare la situazione che viveva.
Lauro ha sempre cercato di nascondere i suoi traumi. Li tiene dentro. É forse per questo che scrive canzoni. Ha imparato a soffrire in silenzio.
Io lo capivo.
Anche io e mia madre eravamo rimaste sole.
Mio padre l’ha sempre umiliata, fino al giorno in cui se ne è andato.
Lui non ha mai saputo cosa significasse davvero stare insieme.
Lui non conosce l’amore.
Anche in quegli anni senza casa, Lauro non mi ha mai chiesto aiuto. Si vergognava. Dormiva dove capitava:
Ricordo quell’hotel fatiscente a una stella a Boccea, che odiava, e quella vecchia Peugeot 206 grigia.
Ricordo che mentiva, pur di non pesare su di me e su i suoi amici.
A notte tarda, quando tutti rientravano, lui diceva:
“Tranquilli, sto da un amico.”
Ma poi finiva a dormire in macchina nascosto in qualche parcheggio.
Non scorderò mai quello che è stata la nostra adolescenza incosciente
e sarò sempre innamorata di quel ragazzino sognatore.
Nonostante fosse un ragazzo difficile, chi riusciva a superare lo scoglio scopriva una sensibilità preziosa.
Forse proprio quella che ancora oggi riesce a mettere in quelle canzoni che parlano ancora di noi, Come questa.”
Il tuo più grande amore, S.
Strategia di marketing o verità, poco importa. Puntiamo alla seconda ipotesi e accogliamo la canzone per la bellezza che porta con sè. Di Simone Cristicchi, che ha commosso l’Ariston e siamo certi il pubblico a casa, non avevamo dubbio alcuno. Una sensibilità che si fa talento e che regala delle perle rare alla musica e al teatro canzone italiano. Da dieci e lode. Così anche Brunori Sas, che dedica alla figlia Fiammetta una canzone senza retorica, dolce e cruda a tratti. Parole, musica e voce. C’è tutto. A pieni voti Lucio Corsi che ‘voleva essere un duro’. Forse lo è, così fragile apparentemente, ma con una canzone potentissima. Applausi.
Una prima serata condotta da una super professionista come Carlo Conti. Però, diciamocelo: Amadeus e Fiorello ci mancano moltissimo. La loro spontaneità, la loro leggerezza, quel divertimento assoluto, le risate. A rubare la scena è Jovanotti, che ha portato tutta la sua energia, il suo entusiasmo, quella voglia di abbracciare il mondo che lo caratterizza da sempre. Prima ha letteralmente invaso Sanremo con oltre mille musicisti provenienti da tutto il mondo che all’unisono hanno intonato ‘L’ombelico del mondo’. Poi dentro l’Ariston (non senza rischiare una caduta e il femore) momenti intensi: quando abbraccia la figlia Teresa e la evoca più e più volte sul palco. E poi con Gianmarco Tamberi, che abbiamo imparato a conoscere non solamente per le sue straordinarie prestazioni atltiche, ma soprattutto per la capacità di raccontarsi umano.
Jovanotti torna dal vivo dopo l’incidente in Sud America che lo ha costretto a un anno di fermo. Ma, se possibile, è ancora più carico. Ed è cambiato nel suo rapporto e nella consapevolezza del proprio corpo. E lo sa ben raccontare, proprio insieme a Tamberi, che pure con il corpo ci fa i conti ogni giorno. E così insieme, sul palco, recitano un brano di Franco Bolelli.
“Credo alla vitalità del corpo, alla sua saggezza. Mi appassionano la performance fisica, la azione energetica. La sensualità della vita il progetto biologico. Ma tutto questo non è super umano è assolutamente umano. Attivare l’energia che c’è dentro il nostro organismo mi sembra la cosa più naturale del mondo. E ognuno può farlo a modo suo e non per corrispindere a un ideale di perfezione. Non mi sento migliore, non mi sento peggiore. Non mi sento diverso, non mi sento uguale. Non mi misuro sugli altri. Nessuno dovrebbe farlo. Così da essere così imperfettamente me stesso. Gli slanci, i ripiegamenti, le chimiche degli sguardi e degli incontri, in qualunaue situazione mi trovi, una riunione, festa una conversazione il mio corpo mi segnala all’pistante prma che la mia mente riesca a decifrarlo l’eccitazione o il disagio. La gioia o il fastidio. L’esserci o il non esserci. Il mio corpo mi dice di scappare o di abbracciare e in questo momenti mi dice: abbracciamoci”.
Nella nostra top ten anche Olly, sicuramente. E Fedez. Ci accodiamo a quanti sostengono che questa sua di Sanremo di una potente interpretazione del suo disagio esistenziale. E al diavolo il gossip. Speriamo taccia per sempre. Aggiungiamo Bresh e Francesca Michielin, ma anche Rocco Hunt, tra i nostri favoriti. Certo il Fuorilegge di Rose Villain sarà il tormentone dell’estate. A questa sera per riascoltare e commentare nuovi volto, testi e canzoni.