Sanremo 2025, Achille Lauro: “Torno al Festival in una veste diversa”
“Torno a Sanremo in una veste diversa perchè questa canzone merita un grande palco. Mai come questa volta Sanremo rispecchia come sono veramente oggi io”. Achille Lauro torna sul palco dell’Ariston con il brano ‘Incoscienti Giovani’ e sarà la sua quinta partecipazione al festival. Per tre volte è stato in gara (nel 2019 con ‘Rolls Royce’, nel 2020 con ‘Me ne frego’ e nel 2022 con ‘Domenica) e nel 2021 come super ospite. Quest’anno propone ‘Incoscienti Giovani’ che dà anche il titolo al suo prossimo album.
“UNA NUOVA IDENTITA’, L’ALBUM LA RISPECCHIA”
“E’ dal 2021 che non pubblico un album ma mi sono concentrato molto a lavorare sulla musica in questi anni”, racconta nel corso di una conferenza stampa a Milano. Il Festival di Sanremo per Achille Lauro rappresenta “una ciliegina su una grande torta” dopo anni di cambiamenti. Cambiamenti che tuttavia non intaccano la popolarita del cantautore romano. “Non credo di aver paura di perdere il mio pubblico”, osserva. “Ogni album che ho pubblicato è sempre stato differente dal precedente, così come ogni canzone, ma tutti legati da un filo condutrore”.
“In questi ultimi anni sono stato molto all’estero e credo di aver scritto le canzoni più belle della mia carriera. Ho trovato anche una nuova identità, che sicuramente porterò avanti perchè ho capito dove voglio andare e sopratutto quello che veramente mi piace”. ‘Incoscienti Giovani’ è anche il titolo del suo prossimo album, in uscita subito dopo il Festival. Un album, spiega “che rispecchia quello che sono oggi, che non sono più un ragazzino”.
“UN BRANO CHE SI RIFA’ AI GRANDI CANTAUTORI”
“Ho scritto le prime parole e i primi accordi di pianoforte un paio di anni fa e ho subito capito che c’era qualcosa di grande. Non ho la presunzione di piacere a tutti ma questo è comunque un brano che si rifà ai grandi cantautori. Come molti miei brani parlo della mia storia, perchè è molto più facile rubare dalla realtà piuttosto che inventare qualcosa. Parla di giovani tormentati, cresciuti ai bordi del raccordo di Roma. E’ una dedica a chi è cresciuto come me. La cosa bella delle canzoni è che poi ognuno le può leggere come vuole”.
La canzone, spiega “è la storia di una bambina, che puoi leggere attraverso diverse chiavi. Quella bambina potrebbe essere il mio amore, può essere mia madre, potrei essere io. Parla di questa ragazza che non si sente amata e che fa di tutto per essere diversa dalle persone che l’hanno cresciuta”.
Poi entrando più nel personale “non mi piace definire quello che faccio ‘arte’ perchè sarei presuntuoso”, osserva. “Mi reputo un artigiano nonostante molti pensino che sia un esibizionista. Io non sono un grande interprete ma racconto bene quello che ho vissuto. Mi piace rappresentare delle storie ma quello che più mi dispiace è che non vengano capiti a fondo i miei progetti”.