Cristicchi: “Sono felice di tornare a Sanremo con una canzone molto speciale”

Last Updated: 2 Dicembre 2024By Tags: , ,

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“Sono felice di tornare a Sanremo con una canzone molto speciale. La tenevo nel cassetto da cinque anni, aspettavo di poterla far brillare. Uso l’arte per curare l’anima”. Così Simone Cristicchi i microfoni di Storie Italiane su Rai1 con Eleonora Daniele. “Non era trapelato niente. Io mi trovavo fuori da un ristorante a La Spezia, attendevo di sapere ed è successo così all’improvviso. Abbiamo festeggiato immediatamente e stappato una bottiglia. È stata una grande emozione, non solo il fatto di essere a Sanremo ma esserci con una canzone molto speciale che tenevo nel cassetto da cinque anni e aspettavo questo momento per poterla far brillare sul palco più importante che abbiamo”. Rivedendo le immagini della sua vittoria al Festival di Sanremo nel 2007, rivela: “Provo un certo imbarazzo a vedere com’ero qualche anno fa, sono cambiato. O meglio, è cambiata la ricerca dentro di me. Prima ero attratto e attento a quello che accadeva al di fuori, il successo è diventato un po’ secondario, non lo rinnego ma è stato un seme che mi ha permesso di avventurarmi in altri ambienti, come quello teatrale. Mi differenzia dal Simone di allora lo sguardo un po’ più profondo sull’aspetto invisibile delle nostre vite”. “Avevo 10 anni, la reazione istantanea alla perdita di mio papà è stata una grande rabbia che potevo sfogare in maniera violenta intorno a me”, racconta ricordando il grave lutto avuto da bambino, “quando ho capito questo mi sono rinchiuso per non fare del male agli altri, ho cominciato a disegnare in maniera compulsiva un mondo perfetto su questi fogli bianchi, un mondo colorato dove niente di brutto poteva succedermi. Attraverso il disegno la poesia e la scrittura ho cercato di trasformare quella rabbia il dolore, quella ferita in qualcosa di bello e così nasce Simone artista. Non ho mai smesso di utilizzare l’arte e la creatività per curare la mia anima e provare a fare lo stesso anche con l’anima degli altri”. A proposito della sua tournée teatrale Franciscus aggiunge “Francesco è un essere straordinario e poi è tutto nostro, è tutto italiano e il santo più amato al mondo. Noi sappiamo poche cose di lui, aveva una sua coerenza e non guardava in faccia a nessuno. Non era solo il folle che parlava agli uccelli, e questo spettacolo ha voluto trarre alcune tematiche che hanno a che vedere col mondo di oggi. È bello poter sentire la sua voce che ancora ci parla, la follia che diventa limite, un equilibrio tra visibile e invisibile”. “La cosa che mi affascina di questi grandi maestri”, conclude “è la follia e la capacità, il coraggio di trasformare sé stessi per cambiare il mondo. La rivoluzione interiore di Francesco è quella scintilla che divamperà poi in un incendio di colori e riuscirà a trasformare effettivamente la sua epoca. La sua caratteristica era vivere la vita come un innamorato, e l’innamoramento è la cosa che più si avvicina alla mistica, al divino. Vivendo da innamorati, diventiamo parte di una luce molto grande e una volta che hai assaporato questa luce tutto il resto ti sembra inutile”.

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