Roberto Bolle illumina l’annuale Ballet Icons Gala in una serata da tutto esaurito nel West End di Londra.

Danza

Una ennesima conferma, qualora fosse stato necessaria, di quanto il balletto classico ed il suo repertorio siano ancora in grado di esercitare un fascino fortissimo sul pubblico di oggi.  In un gioco di equilibrismo che passa dalle scarpette con le punte, ai piedi scalzi avvolti da un velo invisibile, al London Coliseum, la danza ha abbracciato la sua storia ed il suo presente grazie all’incedere di artisti che hanno saputo essere l’una e l’altro.

IERI E OGGI

La contemporaneità si è imposta sulla tradizione abbandonando tutù e calze bianche, preferendo stoffe morbide e scivolose, effetto nudo e rigore, movenze al ritmo di musiche meno confortanti, ma che hanno scandito il passo con lo stesso ardore. Nel mezzo c’era la storia recente dei teatri più famosi al mondo che si sono costruiti un nuovo repertorio moderno e anche questo è stato raccolto sulla scena londinese nel gala dello scorso 18 marzo.

ROBERTO BOLLE, MELISSA HAMILTON, ELEONORA ABBAGNATO…

Roberto Bolle, in un momento memorabile,  ha incarnato la fisicità forte e vibrante di una statua greca accarezzata dalla sottile bellezza di Melissa Hamilton in un passo a due, Caravaggio, plasmato sulle note di Claudio Monteverdi (1567-1643) con le coreografie di Mauro Bigonzetti. La drammatica intensità delle tele del maestro del barocco si è staccata dalle cornici per restare incollata ai corpi dei due artisti illuminati da una luce giallognola che cancellava tutto il resto.  Dall’Aterballetto di Reggio Emilia al Berlin State Ballet, il coreografo ha perfezionato la scrittura della tormentata relazione tra il Caravaggio artista e l’uomo perseguitato dai suoi demoni. Un flusso di energie e passione che Roberto Bolle e Melissa Hamilton hanno portato su quel palco con una pennellata di magia che ha incantato il pubblico. Per loro gli applausi più ferventi.  Ma c’era anche un altro tocco italiano al London Coliseum, quello di Eleonora Abbagnato.

Eleonora Abbagnato and Sergio Bernal in Proximity or Closeness. Icons gala. Ph Jack Devant. Eleonora Abbagnato and Sergio Bernal 

Semplice, pulita nelle forme e nello stile, colei che fu eletta étoile dell’Opera di Parigi, nel 2013, ha percorso quel palco con una tuta pantalone larga, nera, ed un top attillato a scoprirle le spalle. “Prossimità e Vicinanza” il titolo dell’interpretazione che ha debuttato in Gran Bretagna sulle note di Gustav Mahler e le coreografie di Ermanno Sbezzo in collaborazione con il teatro Massimo di Palermo e la Raanana Symphonette di Tel Aviv.

In coppia con lo spagnolo Sergio Bernal, la Abbagnato si era già esibita in questo passo a due al teatro dell’Opera di Roma, un mese fa. Ad accompagnarli in scena, anche un terzetto d’archi ed un pianoforte a stento illuminati da luci che si muovevano sul palco per definire, ad intermittenza, la dimensione dello spazio tracciato nella relazione tra i due ballerini.

NATALIA OSIPOVA E GIORGI POTSKHINSHVLI

Uno stile, una interpretazione lontana dal Don Chisciotte volitivo e spumeggiante che è arrivato poco dopo. Il repertorio classico si è ripreso la scena con colori, forme e dimensioni consolidate dalla metà dell’800. Natalia Osipova e Giorgi Potskhishvili volteggiavano con indosso tutta la tradizione di Cervantes e del suo cavaliere errante; con i tutù e le scarpette con le punte sulle quali inebriare la vista di arabesque, pirouette e fouetté rond de jambe en tournant, esattamente come accadde al suo debutto al teatro Bolshoi di Mosca, il 26 dicembre del 1869.

Natalia Osipova, prima ballerina del Royal Ballet, è russa e porta in sé tutta la storia della sua scuola. E’ maliziosa, i costumi, il ventaglio ed il tamburello restituiscono quello che un pubblico innamorato della tradizione si aspetta e chiede. Giorgi Potskhishvili, georgiano e primo ballerino del balletto nazionale olandese, ha una potenza che lo lancia in aria come colpo di vento.

I suoi volteggi fanno tremare i polsi e credere che tutto sia possibile, anche volare.

BLEUNENN BATTISTONI

Nel mezzo, in uno spettacolo lungo due ore, ci sono il Lago dei Cigni, il Corsaro, la Esmeralda ispirata a Victor Hugo e lo straordinario Pensatore di August Rodin che, tra le fasce muscolari ed il pathos potente di Sergio Bernal, prende vita per tornare ad accasciarsi e poi tormentarsi tra le pieghe del suo corpo e dei suoi pensieri.  Su quel palco si alternano trenta artisti blasonati, come  Bleunenn Battistoni, prima ballerina de l’opera di Parigi e tanti altri, da tutto il mondo, con lei. Classico e contemporaneo si cedono il passo per riprenderselo con caparbietà ed orgoglio, sfoggiano icone del balletto che non lasciano rimpianti e accontentato tutti, prendendo per mano passato e presente.

 

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