Il ritorno di Giovanni Allevi in pubblico

Last Updated: 7 Febbraio 2024By Tags: ,

Sanremo

Sanremo – Il ritorno di Giovanni Allevi. Tra i superospiti di questa sera al Festival di Sanremo il compositore e pianista marchigiano tornerà a suonare in pubblico dopo quasi due anni. Da quando cioè gli è stato diagnosticato un mieloma multiplo. Affacciatosi nella sala stampa del Festival Allevi è stato accolto da un lungo applauso al quale ha risposto concedendosi brevemente ai giornalisti. “Suonerò di nuovo il pianoforte davanti a un pubblico dopo quasi due anni di assenza e avrò possibilità di lascuarvi una riflessione. Una riflessione sul tema delicatissimo della malattia. Un tema che direttamente o indirettamente, purtroppo, coinvolge molti di noi”.

TOMORROW

“Il brano che eseguirò si intitola ‘Tomorrow’, ‘Domani’, scritto durante quei ricoveri in ospedale. Per domani non intendo un futuro tanto lontano. Diciamo che è un presente allargato, che parte da adesso, dall’emozione e dalla felicità di essere qui con voi e arriva a domani. Un domani non troppo lontano ma che porta con se una speranza. la speranza cioè che un domani ci sia per tutti noi ad attenderci un giorno più bello”.

IL SUO DOMANI

Un domani che per Giovanni Allevi vuol dire tornare a suonare in pubblico, in tour. “So che c’è ad attendermi un tour di pianoforte solo. Il mio staff è stato bravissimo perchè l’ha organizzato vicino per non farmi stancare troppo. Questa malattia è andata a colpire proprio la mia capacità di suonare il pianoforte e allora abbiamo elaborato un tour piuttosto breve. Dove le date sono anche abbastanza distanziate. Non so sinceramente come reagirò, ma tanto è l’affetto del pubblico che so già che è andato tutto esaurito e sono state aggiunte nuove date”.

IL TOUR

“Durante il tour mi piacerebbe, pian piano, introdurre nella scaletta anche quei molti brani nuovi che ho scritto durante il periodo della malattia. Per il momento, però, ho bisogno di certezze e durante il tour eseguirò tutti i cosiddetti ‘grandi successi’. Questo non perchè voglia eseguire semplicemente dei brani che sono conosciuti ma perchè sono nelle mie mani. Se quindi dovesse arrivare il mal di schiena all’improvviso o un tremore eccessivo alle dite, le mie dita sanno perfettamente quello che devono fare”.

“In questo periodo sono diventato stoico, mi sono avvicinato allo stoicismo. Sopratutto quello di Marco Aurelio, grande imperatore filosofo. Ho anche fatto mio il pensiero per cui, sopratutto quando non c’è più certezza del futuro bisogna vivere più intensamente possibile il presente. E’ come se avessi strappato alla mia fine una manciata di anni e allora voglio vivere il più intensamente possibile”.

LA MALATTIA

“Purtroppo il mieloma è una neoplasia cronica, non si vince mai questa battaglia. Non sono quindi qui per festeggiare. La mia presenza qui rappresenta innanzitutto la gioia immensa di vivere il presente. Se qualcuno, pochi mesi fa, mentre ero su quel letto a fare le flebo, mi avesse detto che sarei stato qui non ci avrei creduto. Invece sono qui e sono felicissimo. Sono qui anche perchè  con tutta umiltà vorrei dare un po’ di forza e di speranza anche altri altri pazienti perchè loro me la danno. Li voglio ricambiare con la stessa forza ed energia. Questo è il motivo per cui sono qui”.

“Chiaramente questa esperienza della malattia ti mette in contatto con il nucleo più profondo della fragilità umana che è terribile da attraversare. ;a al tempo stesso lì scopri la vita autentica. Questa sera voglio evidenziare come la malattia e la sofferenza abbiano rappresentato per me l’occasione di scoprire una nuova visione del mondo e delle cose”.

L’OSPEDALE

“Durante le lunghe degenze in ospedale non avevo lo strumento a portata di mano ma non è mai stato un problema. Ho potuto sopratutto comporre musica nella mia testa, nella mia mente. Ho fatto una bellissima esperienza, ossia mi sono accorto che questa musica che ho elaborato durante questi ultimi due anni è totalmente libera, libera. Dava un senso alla mia sofferenza. Io trasformavo la mia paura, la mia ansia, la paura per il futuro, la paura che le terapie potessero non funzionare, il mio mal di schiena. Trasformavo tutto questo in note. Che bello che la musica e l’arte siano l’occasione per trasformare la fragilità umana in una forza. In una forza coinvolgente”.

 

 

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