SPECIALE SANREMO/ Leo Gassmann: “I giovani sono spaventati e hanno paura del domani”

Last Updated: 8 Febbraio 2023By Tags: , ,

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“Il tormento della nostra generazione penso sia dovuto a tanti fattori negativi: dai cambiamenti climatici, dalle guerre che non scegliamo noi ragazzi e che sono molto vicine a noi. C’è paura economica, paura sociale, anche paura del diverso”. Leo Gassmann, vincitore due anni fa al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte e classificatosi al quinto posto nella classifica provvisoria della sala stampa al termine della prima serata del festival, spiega cosa tormenti i giovani che appaiono sempre più arrabbiati. E a proposito di giovani commenta quanto accaduto ieri durante l’esibizione di Blanco: “ho visto quello che è successo e sicuramente Blanco ha avuto una reazione sbagliata. Io devo dire che sono amico di Riccardo (Blanco ndr), ho il privilegio di conoscerlo e non è solito fare queste cose. So che ha chiesto scusa. Siamo ragazzi e a volte, purtroppo, facciamo degli errori”.

Nella serata dedicata alle cover, Leo Gassmann si esibirà assieme ad Edoardo Bennato. I due artisti canteranno un medley di canzoni di Bennato che comprenderà il brano ‘A cosa serve la guerra’, tratta dall’album ‘L’uomo occidentale (2003)’, e i classici ‘L’isola che non c’è’ e ‘Il Rock del Capitano Uncino’, tratti dal disco ‘Sono solo canzonette’, pubblicato nel 1980. “E’ un onore per me essere sul palco con Edoardo -ha spiegato- perchè è un maestro per me, io sono cresciuto con la sua musica, con le sue canzoni. Uno dei ricordi pù belli che ho risale a quando ero bambino e con i miei genitori a teatro ho visto ‘Peter Pan’. lo sento tutti i giorni, quasi più dei miei genitori e fa parte ormai della mia famiglia”.

Una famiglia che non hanno mai osteggiato la sua passione per la musica: “sono onoratissimo di far parte della mia famiglia anche se ho cercato di fare un’altra cosa, ma sempre con rispetto e con pazienza. Il percorso inizia da quando avevo sette anni -ha ricordato- poi ho fatto il conservatorio e devo dire che i miei sono stati molto bravi nell’assecondarmi. Mi hanno sempre consigliato però di vedere la musica come una passione e non come un lavoro e di concentrarmi anche negli studi. Cosa che ho fatto, laureandomi l’anno scorso”.

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