Sanremo 2023, I Cugini di Campagna: “Ci presentiamo come siamo, senza nessuna veste nuova ma rinnovati”

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Al 73° Festival di Sanremo sbarcano I Cugini di Campagna con ‘Lettera 22’, brano scritto per loro da La Rappresentante di Lista, produzione esecutiva Pasquale Mammaro, produzione artistica Fabio Gargiulo. Testo Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, musiche di Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, Fabio Gargiulo. Distribuzione Universal Music Italia. Ma come si presenteranno sul palco dell’Ariston? Quale stilista li vestirà? Sveliamo subito l’arcano: saranno le idee di Ivano a prendere forma con la stessa ispirazione della prima volta, quando bambino teneva incantato gli occhi fissi sulla volta della Cappella Sistina e in quei colori meravigliosi di Michelangelo, ha immaginato di disegnare i loro abiti.

“Dopo cinquant’anni da ‘Anima mia’ e 53 dalla nascita dei Cugini, volevamo presentarci a Sanremo, essendo noi stessi, non con una veste nuova, ma rinnovata. I Cugini sono i Cugini, con le zeppe, la voce e con tutti i capelli, che grazie a Dio non ci sono cascati! -sottolineano- non cambieremo mai; hanno provato in tanti negli anni a convincerci a farlo ma noi abbiamo saputo cavalcare il tempo rimanendo fedeli a noi stessi e alla nostra ‘anima”.

Il brano che porteranno a Sanremo, ‘Lettera 22′, si intitola così “perché -spiegano- ci piace l’idea che sia una lettera a dare risalto alle parole di questo brano, che sono importanti. La Lettera 22 non c’è nell’alfabeto italiano: un po’ come le parole giuste che, spesso non si trovano per esprimere qualcosa di importante. Il brano, infatti, parla proprio di questo: trovare il modo giusto per raccontarsi con sincerità, per chiedere scusa, per superare un dolore. È anche, però, il nome di una Olivetti degli anni Cinquanta, una macchina da scrivere che si chiama proprio ‘Lettera 22′”.

“A chi si domanda come mai portiamo un pezzo della Rappresentante di Lista, rispondo – dice Ivano – ho settantacinque anni e da ragazzino quando mi facevano ascoltare una canzone di uno della mia età, non mi piaceva. Sono obiettivo e so che a Sanremo voglio andare dialogando con i giovani. A colpirmi sono state subito la musica e armonie, che il direttore d’orchestra che è in me ha colto al volo. Ho arrangiato alla mia maniera pensando alla Cappella Sistina, lavorando anche sui testi, trovando la quadra, per un brano che ci calza a pennello”.

I Cugini di Campagna si considerano i precursori dei Maneskin, anticipandone cinquant’anni prima l’originalità e la voglia di fare musica con uno stile assolutamente personale, senza paura. Damiano & Co. hanno iniziato a suonare in via del Corso a Roma, i Cugini di Campagna, poco distante, vicino alla Fontana di Trevi, che grazie a filo di nylon e calamita, ha contribuito all’acquisto delle prime chitarre. Ancora una volta c’è ‘lo zampino’ di Pasquale Mammaro, l’uomo che a Sanremo ha portato Il Volo e Diodato (da editore) e Orietta Berti e Donatella Rettore (da produttore e editore) in ordine di tempo.

“I grandi rimangono grandi e il mio motto è, come dicono gli americani, ‘Old is Gold’. Ho le mie intuizioni – conclude Pasquale Mammaro – delle quali mi fido, anche quando non trovano l’approvazione altrui. I Cugini di Campagna e la loro assoluta cifra musicale e artistica, sono davvero Gold e sono davvero felice che possano finalmente calcare questo prestigioso palco”.

 

Credit Photo: Gianni Brucculeri

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