La band britannica dei Kasabian conquista Milano

Last Updated: 17 Ottobre 2022By Tags: ,

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(di Daniela Faggion)
Quando si presenta sul palco con una maglia tricolore oversize firmata Moschino, Sergio Pizzorno, frontman dei Kasabian, ha già conquistato il pubblico dell’Alcatraz di Milano. E lui, evidentemente fiero delle sue origini italiane, fa il suo dovere per meritare tutto l’affetto che riceve e incarna dal primo all’ultimo minuto quella ‘Alchimist’s Euphoria’ che dà il titolo al nuovo album della band di Leicester. D’altronde, se dal 2004 in poi, il suo ruolo è stato sempre da comprimario, adesso la responsabilità di essere l’unico autore e l’unica voce solista è tutta sua, visto che dal 2020 Tom Meighan ha lasciato il gruppo.
E così, dall’alto del palco e del suo metro e 97 di altezza, Pizzorno salta, chiama il pubblico, passa da una parte all’altra del palco e, soprattutto, canta e fa cantare il pubblico di Milano che lo aveva aspettato a lungo. L’avvio è caricato a pallettoni: ‘Rocket Fuel’, ‘Club Foot’, ‘Ill Ray’ e ‘Chemicals’ sono la miccia con cui si accende la sala di via Valtellina, che poi riprende fiato con ‘Days are Forgotten’ per ripartire subito con una tripletta a sorpresa: ‘Eez-Eh’ e ‘You’re in love with’ a ‘Psycho’ mixata con ‘One More Time’ dei Daft Punk. Da notare: il brano è del 2000, quando la band aveva appena tre anni e ancora non aveva pubblicato un album, quindi si può considerare un chiaro omaggio al filone dell’elettronica cui Pizzorno sembra estremamente devoto (durante la serata spunta anche, molto più leggero, l’omaggio a Fat Boy Slim). Si continua con ‘Shoot The Runner’ e ‘Stevie’, per passare poi alla sempre struggente ‘Goodbye Kiss’, che Pizzorno quasi sussurra imbracciando la chitarra acustica.
Dopo la più nota (forse) la più nuova, ‘The Ultraview Effect’, che evoca sonorità psichedeliche e viene seguita da un altro ritorno alle origini con ‘Pinch Roller’. Si chiude – si fa per dire – con ‘Treate Empire’, perché, dopo più di un’ora tiratissima, con tratti che quasi chiamano il pogo e Pizzorno che chiede continuamente to jump, la band torna fuori (da scaletta) con un bel tappeto di ‘Bless This Acid House’ a cui si attacca, perfetta, ‘LSF’: “A Parigi”, dice, “hanno gridato parecchio su questa, vediamo se riuscite a fare meglio”. La chiusa (vera) è su ‘Fire’ e alla fine la serata è davvero un incendio: tanto lo acclama il pubblico che il cantante, all’ennesimo coro da stadio sul suo nome, si lascia sfuggire un ‘I don’twanna go’ fra il divertito e il commosso. Non sempre oltre vent’anni da autore fanno di un musicista il frontman perfetto della sua band. Nel caso di Pizzorno, invece, dopo le diverse occasioni da protagonista nei video della band, sembra proprio che l’uscita di Meighan abbia portato il musicista nella sua dimensione naturale, in un ruolo per cui ha avuto tutto il tempo di prepararsi e che gli spettava di diritto. Di certo, sembra essere lui l’alchimista del nuovo album, anche se l’euforia non sembra essere solo sua ma di tutta la band che lavora sodo, pesta duro ma sa davvero divertire (e suonare!).

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