A Merano la mostra ‘Orizzonti possibili. Fra arte e cryptoarte’, curata da Cristina Ciusa

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Arriva a Merano la mostra di arte contemporanea ‘Orizzonti possibili. Fra arte e cryptoarte’, ospitata negli spazi della Kunsthalle West. L’esposizione, aperta a ingresso libero da oggi, 16 settembre, fino al 2 ottobre, si propone come un percorso emozionale con live performance dove lo spettatore stesso può diventare ‘artista’ per un giorno. Anche i bambini potranno partecipare attivamente. Il progetto nasce dal concept di Cristina Ciusa ‘I colori raccontano storie’.
Ciusa è anche curatrice della mostra, che intende introdurre il pubblico alle più recenti frontiere dell’innovazione applicate all’arte come la stampa 3D, la realtà aumentata, gli Nft. Al tempo stesso, l’esposizione fa dialogare queste nuove tecnologie con forme d’arte più tradizionali: pittura, scultura, incisione e fotografia. “Quando entrai alla Kunsthalle, ebbi la sensazione di sublimare la dimensione spaziale come forma d’arte, immaginando la mostra come un racconto dove le opere e gli artisti dialogano fra loro. Un’esperienza condivisa con gli osservatori, anche i bambini, invitati a partecipare alla creazione di un’opera d’arte, come espressione nel presente della propria emozionalità creativa, insita in ogni persona”, commenta Ciusa
Tra le opere in mostra a Orizzonti possibili, ‘Il Sacco di orbace’ di Francesco Ciusa rappresenta il fulcro attorno a cui si dipanano le contaminazioni di linguaggi e mondi che disegnano e interpretano l’esposizione Orizzonti possibili. La scultura di Ciusa del 1922 evoca infatti la centralità espressiva da cui si sviluppano percorsi e suggestioni, che entrano in comunicazione con una tela di cinque metri dedicata ai bambini che potranno lasciare i singolari timbri emotivi con i colori.
Poi, l’anteprima della ‘Breaking David collection in NFT‘ realizzata da Marcello Baldari, Emiliano Iozzo, Gabriele Votta insieme a Luca Vajani, Nft expert. Le carte cotone di Isabella Accenti sono invece mondi legati a personalità esistite, fluttuanti in un tempo sospeso. La fotografia viene strappata alla sua realtà dal digitale con influenze dadaiste e cubiste, in rapporto fra l’Art Déco e il futurismo. Le macchie di colore di Andrea Varesco rivelano un apparente disordine verso un caso ordinato in grado di tracciare un’estetica raffinata compositiva. Gli universi di materia di Gregor Prugger si ispirano alla natura dei boschi delle Dolomiti, con cui sono realizzate le opere, la quale si esprime nella plasticità dell’astratto.
Il percorso porta alle isole ontologiche di Giuditta Gilli Ravalli, che attraverso il gesto delle mani espresso in stampa 3D vibrano oltre la cornice dell’esistenza. Camminando per la mostra con l’app per smartphone Still Life AR di Chiara Passa si valica un mondo immersivo, sperimentando un’ipotesi di viaggio nel metaverso attraverso still life di oggetti di casa realizzati con le tecniche di fotogrammetria e scansione 3D. “Per la prima volta ospitiamo una mostra che inserisce l’arte digitale in stretto dialogo con il reale. Il virtuale come racconto di nature morte e del classico dissacrante impregnato di estetica. Cristina Ciusa ha creato un’idea espositiva unica e inedita che per tre settimane renderà la Kunsthalle un posto fantastico”, racconta Ulrich Egger artista e presidente della Kunsthalle West

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