Quando la musica incontra le stelle, al Planetario l’Orchestra Sinfonica di Milano dialoga con le discipline scientifiche

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Quando la musia incontra le stelle. L’Orchestra Sinfonica di Milano, in collaborazione con LOfficina del Planetario, propone musica ‘colta’ in dialogo con le discipline scientifiche, in un tentativo di ricerca di analogie, similarità, principi che ricorrono, e che ci aiutano, forse, a decifrare meglio la realtà in cui viviamo. Nel mese di settembre 2022, l’Orchestra Sinfonica di Milano e LOfficina del Planetario creano insieme una minirassegna dedicata al rapporto tra il mondo delle stelle e il mondo della musica, in un palinsesto che si sviluppa in due lezioni-concerto.

Il primo di questi due appuntamenti è previsto per martedì 13 settembre alle ore 21, presso il Civico Planetario Ulrico Hoepli di Corso Venezia 57, a Milano, quando si indaga il legame tra la musica e l’astrofisica in una sfida che si declina in una lezione-concerto dal titolo ‘Beethoven e i buchi neri – La musica delle stelle’, che vede l’Orchestra Sinfonica di Milano diretta dal Maestro Ruben Jais, che di questa compagine è anche direttore generale e direttore artistico, confrontarsi con Simone Iovenitti, che introdurrà il pubblico nel mondo delle pulsar, oggetti compatti di origine stellare che si sono evoluti nel tempo raffreddandosi e addensandosi e che emettono suggestivi fenomeni luminosi che si riescono a osservare dalla Terra grazie a potenti telescopi. Questi impulsi si ripetono da 13 miliardi di anni e sono gli orologi più precisi dell’universo. La pulsazione della luce emessa costituisce l’orologio più preciso dell’universo: nonostante la complessità di questi fenomeni la radiazione generata ci investe, come un faro nella notte, con una regolarità assoluta. Proprio questa caratteristica accumuna queste stelle al primo movimento della ‘Quinta Sinfonia’ di Beethoven, la cui complessità musicale è in realtà caratterizzata dalla ripetizione incessante e regolare di un unico frammento armonico: esattamente come il segnale luminoso di una pulsar. Ed è a questo punto che lo scienziato cede il passo al musicista, con il Maestro Ruben Jais chiamato a introdurre le caratteristiche musicali del capolavoro di Beethoven, regalandone al pubblico anche l’ascolto di brani scelti eseguiti dall’Orchestra Sinfonica di Milano.

Il secondo appuntamento è fissato per martedì 21 settembre alle ore 21, un viaggio nell’affascinante mondo dello zodiaco insieme all’Ensemble strumentale laBarocca di Milano diretto da Ruben Jais in dialogo con Riccardo Vittorietti e Stefania Ferroni, nella lezione-concerto intitolata ‘Zodiaco: costellazioni e miti’. Le figure celesti, che di notte disegnano nel cielo figure di animali, principesse, eroi e dei, altro non sono che le 88 costellazioni. Tra queste, ce ne sono alcune speciali: le costellazioni dello Zodiaco. Quante sono? Come si chiamano? Quali sono le stelle le compongono? Ma soprattutto perché sono così importanti? Nella buia notte del Planetario guidati da Riccardo Vittorietti, circondati da migliaia di stelle si cercheranno le risposte lasciandoci scoprendo poi dalla voce di Stefania Ferroni, le storie e le leggende delle costellazioni zodiacali. Un racconto sviluppato in musica da Ruben Jais e dell’Ensemble strumentale laBarocca di Milano, che, attraverso l’arte dei suoni, scandisce il tempo dell’anno, delle stagioni che si susseguono nei dodici mesi che lo compongono. Stavolta, infatti, il protagonista è Antonio Vivaldi e le sue ‘Quattro Stagioni’, capolavoro del 1725 che rappresenta ancora oggi un esempio perfetto di musica a programma: alle quattro stagioni vengono correlati quattro sonetti in cui si evocano immagini e sensazioni connotanti i vari momenti dell’anno. Stagioni (La primavera, L’estate, L’autunno, L’inverno) costituite da tre movimenti ciascuna, creando un corrispettivo dei dodici mesi dell’anno, del tempo che scorre e delle costellazioni che nel corso delle settimane occupano la nostra volta celeste, ognuna con attributi specifici, ognuna unica a suo modo, così come queste diverse composizioni di Antonio Vivaldi.

 

Credit Photo: Studio Hannien – Angelica Concari

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