“Get up stand up! The Bob Marley Musical” in scena a Londra 

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(dalla nostra corrispondente da Londra, Antonella Zangaro)

Doveva celebrarne l’anniversario a trent’anni dalla scomparsa, ma il covid e il lockdown hanno avuto la meglio sui numeri ed il musical dedicato a Bob Marley è progressivamente scivolato più in avanti. Get up stand up! The Bob Marley Musical” da febbraio 2021 è stato rimandato ad ottobre, ma finalmente adesso, complice il ritorno della fiducia nei teatri e dei turisti in Gran Bretagna, lo spettacolo sta spiccando il volo nei botteghini ed è proprio di questi giorni l’annuncio che le repliche saranno prorogate fino a gennaio 2023.

Marley deve a certe combinazioni fortunate il suo grande successo, una di queste è stata la fuga a Londra dopo l’attentato in Jamaica; ecco perché la scelta dei Lyric Theatre di Soho non è casuale, ma piuttosto un modo per ribadire il legame dell’artista con questa città che tanto gli ha dato. Oakley Street lo ricorda con una targa sul palazzotto nel quale abitò nel 1977 insieme ai Wailers, proprio a Nord di Albert Bridge, così come è a Covent Garden che, nel 1975, si è tenuto il suo concerto al Lyceum. Ma soprattuto, Londra è la città che ha saputo capire il suo talento e lo ha lanciato nell’olimpo grazie al fortunato incontro con il produttore della Island Records che lo ha ascoltato, ha creduto in lui ed ha investito nella sua musica. Registrati a Londra sia Exodus che Kaya entrambi prodotti negli studi a West London: The Fallout Shelter, in St Peter’s Square. A Londra Bob Marley giocava anche a calco, la sua grande passione.

“Questo musical non vuole essere solo un tributo, ma vuole fare in modo che la musica di Bob Marley sia viva, sia qualcosa di più” ci spiega il portavoce  dalla produzione dello show che ha coinvolto sound designer oltre a musicisti di rango, tutti sotto la guida di Lee “Billy Elliot” Hall e la direzione di Clint Dyer del National Theatre. La musica è protagonista, tuona sotto le poltroncine rosse del teatro londinese e le fa vibrare, ma non stordisce le orecchie; gli artisti sul palco sono carichi a molla e restare seduti mentre corrono le note di Jammin è davvero difficile. Difficilissimo anche non cantare con loro, con i Wailers e con le I Three.

“Ogni tanto, durante qualche replica – ci spiega Ben, il pr dello spettacolo – qualcuno si alza e balla, piccoli fuori programma come quando le canzoni partono dal pubblico”, però tendenzialmente stanno tutti abbastanza composti. Ammirevole. Lo spettacolo ripercorre i momenti salienti della vita di Bob Marley, ma il racconto si concentra su uno spaccato che si pone tra i due grandi concerti per la pace in Jamaica, dopo l’attentato in cui lui, la moglie Rita ed il manager rimasero feriti e sugli anni trascorsi a Londra.

La storia è condita da flashback che ne tratteggiano lo spirito, dialoghi con licenza poetica tra lui, piccolino e la madre costretta a lasciarlo per cercare lavoro; la sua forte volontà di trasformare la musica in uno strumento di pace e fratellanza, con il suo modo sempre un pò fanciullesco. “Tu sei nato per dire cose importanti” ripete la mamma accarezzando Bob bambino. Una immagine costante nei momenti più difficili ed infatti lui non si è mai arreso, nemmeno quando a Londra era freddo e nevicava e i suoi compagni di avventura volevano tornare in Jamaica. C’è la relazione aperta con le donne ma resta sempre determinante, nel racconto della sua vita, la presenza della prima moglie, Rita: compagna, corista, amica, sorella, madre.

E forse è proprio nella delicatezza piena di sofferenza in cui viene tracciata questa storia tra un uomo gentile, ma incapace di prendersi responsabilità che potessero essere vincoli alla sua indipendenza e una donna che, pur soffrendo, non smette mai di esserci, che si riconosce la mano della figlia dei due, Cedella.

La parola finale sullo spettacolo, sulla sceneggiatura e sui suoi contenuti è quella della primogenita di Bob e Rita Marley. Cantante, scrittrice e imprenditrice, Cedella vive a Miami, ma ha partecipato in prima persona  alla realizzazione dello show figurando tra i produttori e assicurandosi che i testi e la storia rappresentata fossero davvero fedeli ed in grado di esprimere il messaggio del padre.

Lo spettacolo ha ricevuto quattro nomination per i Lawrence Olivier Awards nel 2022, incluso quella per il miglior musical originale e per il migliore attore in un musical per Arinzè Kene, nella parte del protagonista, oggi egregiamente sostituito da Michael Duke. “Non è tutto oro quello che luccica, metà della storia non viene mai detta”, ecco, in questo spettacolo si può ragionevolmente dire che non si fanno sconti.

 

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