Il ritorno degli ABBA, at 50

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(dalla nostra corrispondente da Londra, Antonella Zangaro)

Il conto alla rovescia corre verso il grande rientro sulle scene degli Abba. Sarà virtuale, sarà innovativo e super tech e soprattutto sarà un evento unico nel suo genere. Il Queen Elisabeth Olympic Park, a Nord di Londra, dal 27 Maggio, sarà aperto tutti i giorni per il mega concerto della band svedese più famosa al mondo. Secondo l’indiscrezione filtrata dallo storico del gruppo, Carl Magnus Palm, durante una recente premiazione presso il governo scandinavo, interpellati sulla questione, i componenti della band si sarebbero lasciati sfuggire che saranno presenti all’anteprima VIP del 26 Maggio. Rigorosamente non sul palco, rigorosamente non visibili al pubblico.

Dalla registrazione del primo album, nel marzo del 1972 e con la consacrazione grazie alla vittoria dell’Eurovision nel 1974, i quattro hanno conquistato il mondo riuscendo ad essere “una vera squadra, sempre” e lasciando le scene, senza più farvi ritorno, nel momento giusto per alimentare il mito. Magnus Plan ha scritto otto libri dedicati alla band e in occasione di questo virtuale ritorno, sono in uscita gli ultimi due: “Abba at 50”, presentato in anteprima presso la FPA, l’associazione della stampa estera di Londra e “Abba on the record” che arriverà successivo. Il primo è un volumetto snello, colorato con più di 200 foto  e buono per tutti, esperti, fan sfegatati e semplici curiosi della storia della band. Di fatto, la storia di un’epoca, di un successo costruito da un gruppo unito e da due storie d’amore.

Nel ’77, ricorda Magnus Palm, il loro attesissimo concerto in Australia, paese che li ha amati esageratamente insieme alla Germania, coincideva con la visita ufficiale della Regina Elisabetta II. Non fu facile all’epoca per uno continente poco abituato a tante emozioni e tanto caos, tutti insieme.

Amore, ironia e tanto pop nelle canzoni che non hanno mai avuto la pretesa di essere socialmente impegnate né di veicolare messaggi che non fossero  solo la grande voglia di divertirsi. E ballare. L’arena Abba di Londra avrà uno spazio creato apposta per seguire il concerto ballando. “All’anteprima assoluta – racconta divertito Magnus Palm – il pubblico scatenato cantava e applaudiva agli ABBAtar (gli avatar deli ABBA) come se fossero lì ad esibirsi davvero. Così come le persone che hanno preso i posti a sedere sulle poltrone non hanno resistito e battendo le mani al ritmo della musica, alla fine, si sono alzate e si sono messe a ballare scatenate”. Se questa anteprima può considerarsi rappresentativa dell’atmosfera che si vivrà dentro quell’arena nei prossimi mesi, allora il risultato dovrebbe essere già garantito. Del resto, chi potrebbe restare immobile sulle note di Dancing Queen?

L’ultimo album, Voyage, del 2021, è il “viaggio digitale dal quale nasce il virtual concerto, è l’ultimo atto di una lunga storia pop fatta di musica ancora fresca e godibile, che ha saputo superare le stagioni appassionando con lo stesso entusiasmo generazioni diverse. “Forse solo ai Beatles era riuscita una cosa del genere”, riflette Magnus Palm.

Le due componenti femminili della band sono state le prime a volersi eclissare dalle scene. “Preferiscono occuparsi dei loro cani e dei nipoti piuttosto che stare sul palco per farsi contare le rughe e i segni dell’età sul volto, ironizza lo storico. Così, con la fine dei matrimoni è inevitabilmente arrivata anche la fine della storia professionale della band che voleva provare cose diverse; tutte poco degne di grande nota, dal punto di vista artistico, non personale. Da allora, “a domanda diretta – chiarisce Magnus Palm – hanno sempre detto che non torneranno mai più insieme”.

Ma il loro successo resta e il motivo per lo storico della band è molto semplice: “La loro musica era bella e lo è ancora!” e Voyage congelerà il tempo, perché sul palco virtuale non ci sono solo degli ologrammi, ma delle melodie fatte di ritornelli e strofe che nascevano con il personale contributo di ciascuno di loro, ognuno con la sua sensibilità. Nessuno, all’epoca, pensava agli effetti speciali, ai video o alle coreografie spettacolo che avrebbero intrattenuto il pubblico dal vivo e sui telefonini. La musica ed i loro abiti sgargianti erano lì a determinare la loro unicità, in fondo ispirata da quella silenziosa malinconia dei paesi del Nord, come la Svezia, che grazie alla band ha avuto il suo posto al sole nella storia della musica pop.

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