Marta Tenaglia con ‘Chi può’ denuncia la disparità di genere

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A distanza di poco più di un mese dalla release di ‘Osmanto’ e dalla quale è stato tratto un video live registrato presso il nuovo laboratorio radiofonico di Alessio Bertallot per il progetto MI SIDE al Mercato Centrale di Milano, la cantautrice milanese Marta Tenasglia aggiunge un importante tassello al suo percorso con il nuovo singolo ‘Chi può’, brano tratta il tema sulla parità di genere, che dovrebbe essere qualcosa di consolidato, di ampiamente conquistato ma invece non è così perchè, sottolinea l’artista,  c’è chi può e chi non può. Lo spazio pubblico, che per definizione dovrebbe essere a disposizione di tutt*, non è così nella realtà. Una ragazza, e qui ovviamente il femminile è d’obbligo, non è libera di girare indisturbata ovunque e in qualsiasi momento.

“Ci sono troppi confini invisibili, ma non per questo meno invalidanti -osserva- che subdolamente spariscono o si minimizzano nel dibattito pubblico, ma che puntualmente ritornano con tutta la loro innegabile presenza nel quotidiano. Anche perché c’è chi può e chi non può avere voce in capitolo nel cosiddetto dibattito pubblico. Cambiano i ruoli, i punti di vista, non tutti i pennarelli colorano con lo stesso colore. Alcuni sono indelebili, altri hanno le punte più spesse, quello che resta sul foglio è sempre qualche sfumatura cancellata o ricoperta da chi può usare liberamente la tavolozza a proprio piacere”.

Per rendere tridimensionale questo concetto, ad accompagnare l’uscita del brano c’è anche un video che ricontestualizza nel nostro presente La riappropriazione della città’, il celebre cortometraggio del 1977 di Ugo La Pietra. In questo video, ideato da Veronica Moglia e diretto, girato e montato da Michelle Pan, Marta intreccia un dialogo serrato con la Milano di oggi, ridisegnandone le mappe, ascoltando la voce dei suoi muri, capovolgendo l’utilizzo degli spazi pubblici per fare sentire la propria presenza, con grazia, ironia e fantasia. E con quello stile ormai inconfondibile che la scena musicale indipendente non ignora più.

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