Dopo 22 anni riapre il Teatro Lirico di Milano, oggi intitolato a Giorgio Gaber

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Riapre domani, dopo 22 anni di attesa, il Teatro Lirico di via Larga, a Milano, ribattezzato Teatro Lirico Giorgio Gaber in onore del grande artista milanese scomparso il primo gennaio del 2003. Domani, sabato 18 dicembre (dalle ore 10,30 alle 18) e domenica 19 dicembre (dalle ore 10,30 alle 18), le porte di un luogo-simbolo dello spettacolo milanese torneranno quindi ad aprirsi, dopo oltre vent’anni, con un ‘Open Day’ gratuito che darà la possibilità a tutti di visitare il rinnovato teatro milanese accompagnati dalle note dei giovani della Civica Scuola di Milano ‘Claudio Abbado’, mentre il sipario si alzerà ufficialmente 22 dicembre, con lo spettacolo ‘Comincium’ di Ale e Franz. Nei prossimi giorni sarà comunicato l’esito del concorso, che una giuria composta da Ornella Vanoni, Massimo Moratti, Renato Pozzetto, Katia Follesa, Paolo Jannacci e Dalia Gaberscik, deciderà quale delle 3.000 proposte giunte verrà utilizzata come messaggio simbolo per la riapertura del teatro.

“Riconsegniamo al pubblico un  luogo che ha scritto la storia della cultura milanese e più in generale nazionale”, sottolinea Matteo Forte, amministratore delegato per l’Italia di Stage Entertainment e direttore generale dei teatri milanesi Lirico e Nazionale . “Ci piace definirlo il ‘teatro del popolo’ perché -spiega- il nostro intento, proprio come in occasione dell’open day di sabato e domenica prossima, è quello di attrarre il maggior numero di persone possibile con proposte intelligenti e interessanti”.

Storiche perché il teatro di via Larga è stato costruito nel 1776 ma dal 1999 era entrato in un tunnel da cui ha fatto una fatica tremenda a uscire. Alla fine, però, il Comune, che ha investito 16 milioni di euro per il restauro dell’immobile, e Stage Entertainment, la multinazionale che ha vinto il bando per la gestione del…

Il Teatro Regio Ducale venne costruito nel 1717 in un’ala del Palazzo Reale ma un incendio lo distrusse completamente il 25 febbraio del 1776. L’arciduca Ferdinando, figlio di Maria Teresa d’Austria, propose allora di dotare la città di Milano di due teatri: uno principale (‘nobile’) da erigere nei pressi della corte sull’area della sconsacrata chiesa di Santa Maria alla Scala, ovvero l’attuale teatro alla Scala, e un secondo teatro (‘popolare’) da costruire sull’area delle scuole cannobiane, fondate da Paolo da Cannobio (da cui il nome).

La Scala era il ‘teatro grande’, l’altro un secondo teatro, i cui palchi erano di proprietà degli stessi palchettisti della Scala, salvo il fatto che, essendo più piccolo, alcuni, estratti a sorte, dovettero rinunciare ad avere un palco anche nel ‘teatro piccolo’. Entrambi i progetti, simili tra loro nella tipologia del teatro all’italiana con pianta  a ferro di cavallo e con vari ordini di palchi e loggione, vennero affidati a Giuseppe Piermarini, Regio architetto.

Il nuovo teatro, detto ‘la Cannobiana’, viene inaugurato un anno dopo del Teatro alla Scala, la sera del 21 agosto 1779, con uno spettacolo e musiche di Antonio Salieri. Varie sono le rappresentazioni che vi si svolgono nelle varie stagioni teatrali: nel 18322 il teatro fu scelto da Gaetano Donizetti per la prima de ‘L’elisir d’amor’.

Con la riduzione delle sovvenzioni comunali e statali, per la Cannobiana dal 1870 inizia una fase di declino. È l’editore musicale Edoardo Sonzogno a dargli nuova vita: lo fa restaurare e gli cambia il nome in Teatro Lirico Internazionale (1894). Il teatro riprende così ad essere un importante centro di cultura, ospitando diverse prime di opere liriche.

Nel 1926 ritorna ad essere proprietà del Comune di Milano. Un grave incendio lo danneggia nel 1938 e il Comune decide allora di ricostruirlo in forme nuove: del progetto viene incaricato l’architetto Antonio Cassi Ramelli e tra il 1943 e iol 1945 il Lirico ospita la stagionedel Teatro alla Scala andato distrutto per i gravi bombardamenti angloamericani che avevano colpito Milano.

Il 16 dicembre del 1944 Benito Mussolini pronuncia all’interno del teatro quello che sarà il suo ultimo comizio. Nel dopoguerra, il teatro lirico ritorna a svolgere il suo ruolo culturale. Nel 1960 il Comune lo concede al Piccolo Teatro di Paolo Grassi e Giorgio Strehler con la funzione  di ‘sala grande’ dando il via ad un’importante stagione di opere di Bertolt Brecht, di balletto, di concerti (Giorgio Gaber, Mina, Vinicius de Moraes), di prime assolute e anche di manifestazioni politiche. Negli anni ’90 una crisi finanziaria ne provoca la chiusura.

 

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