I Søren prendono spunto da Seneca il Vecchio per il loro ultimo album diviso in due parti
‘Omnes feriunt, ultima necat’, tutte feriscono ma l’ultima (ora) uccide. Da questa frase di Seneca il Vecchio, spesso incisa sulle meridiane, trae origine l’ultimo album dei Søren, un album dalla genesi difficile in cui la morte la fa da padrona. L’album è diviso in due parti, nella prima, intitolata semplicemente ‘Ultima necat’ troviamo i nostri ridotti a terzetto, con Matteo Gagliardi alla voce, ai synth e alle programmazioni; Diana D’Ascenzo alla voce e alla chitarra elettrica e Fabio Fraschini (che si è occupato di mix e mastering dell’intero lavoro) al basso. Questi primi quattro brani, ‘superstiti’ di un lavoro più ampio, hanno disintegrato i Søren, portando il gruppo allo scioglimento.
“When your friends are foes…”, si apre così ‘Everything Is Falling Apart (So Below As Above)’, una canzone manifesto, un dialogo tra una persona affetta da depressione e un dio cattivo che tenta di schiacciarla inesorabilmente, mentre ‘Ultima necat’ è una riflessione ironica sul mondo in cui ci troviamo a vivere, tra guerre e pandemie. ‘You Shall Perish!’ è ispirata dall’assunto biblico per il quale le colpe dei padri cadranno sempre sui figli. Infine, ‘The Dead Land’ è una reinterpretazione di ‘The Hollow Men’ di T.S.Eliot.
2. Ultima necat
3. You Shall Perish!
4. The Dead Land
5. You Shall Perish! (Reprise – feat. Max Varani)
6. Everything Is Falling Apart (Touched by the hand of Anna – feat. Anna Soares)
7. Le Ragazze di Selargius (feat. Fabio Fraschini)
8. Terapia Intensiva (feat. Gianluca Divirgilio)