Da Dodicianni ‘Dicono che tu’, un manifesto di libertà che afferma l’importanza di essere sempre se stessi

Last Updated: 1 Ottobre 2021By Tags: , ,

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Un manifesto di libertà per affermare l’importanza di essere sempre se stessi, nonostante tutto. ‘Dicono che tu’ (distribuito da Believe) il nuovo singolo di Dodicianni (aka Andrea Cavallaro) è un brano elegante, da danzare con leggera malinconia, per rivendicare con orgoglio il diritto a essere weird e a esserlo fino in fondo, anche quando fa più male. Scritto in sinergia con Golden Years, che è anche produttore della canzone, ‘Dicono che tu’ è nata dopo un lungo viaggio in Francia, che ne ha fortemente influenzato le sonorità. “È un periodo che sono in fissa con la musica francese -racconta Dodicianni-  la trovo estremamente maliziosa e ironica. ‘Dicono che tu’ è un pezzo che parla di quanto possa pesare subire il continuo giudizio delle persone, anzi no, parla di come fottersene. È quasi infantile, ma strafottente e cupa”.

Perfettamente rappresentativa del brano è la cover del singolo. Dodicianni si staglia su un dancefloor che richiama ‘Saturday Night Fever’, ma indossa una giacca coperta da frammenti di specchio che vuole porsi in contrasto con l’attitude leggera suggerita dall’ambientazione: una frattura nella quotidianità tramite cui passa una luce in grado di riflettere errori e giudizi altrui, simbolo di quell’eterna rincorsa a chi è più puro e perfetto, senza che però venga mai raggiunto un vero traguardo. Un simbolo di rottura di quegli schemi preconfezionati e prestabiliti che spesso soffocano la nostra anima, la nostra essenza.

‘Dicono che tu’ segna il passaggio verso una nuova fase della carriera di Dodicianni. Nonostante sia passato pochissimo tempo dall’uscita dell’ EP ‘Lettere dalla lunga notte’, per l’artista è già il momento di voltare pagina, lasciandosi alle spalle il passato e avviandosi verso una nuova fase creativa, un’evoluzione artistica che, forte di nuove importanti collaborazioni, punta a esplorare nuovi mondi tematici e sonori, costruendo un immaginario sfaccettato e personale, internazionale e impattante.

 

Photo credit: Ilaria Ieie

 

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