‘Ajayô – Vuless’ ‘o ‘cielo’, nuovo disco per ‘piano solo’ del musicista napoletano Vincenzo Danise

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‘Ajayô – Vuless’ ‘o ‘cielo’ (etichetta discografica Italysona) è il nuovo disco ‘piano solo’ del musicista napoletano Vincenzo Danise (produzione esecutiva di Giuseppe Marasco): una proposta musicale antologica, un progetto – accompagnato dal video della live session di ‘Llorona’  – che racchiude composizioni originali insieme a composizioni della tradizione napoletana, messicana, brasiliana, un vero e proprio ‘viaggio’ interattivo tra musica e magia.  Ajayô, in napoletano ‘Vuless ‘o ‘Cielo’, è un’espressione afrobrasiliana che significa ‘un soffio di saluto a Oxalá’ ed è spesso pronunciato in un senso simile all’espressione ‘se Dio vuole’ o ‘speriamo’.

A giugno parte la tournèe di sei date in Messico in cui, oltre a presentare il disco ‘Ajayõ Vuless ‘O Cielo’, sonorizzerà con le proprie composizioni e le sue improvvisazioni il film muto ‘L’Inferno’ di Dante del 1911 per il ‘700 della morte del sommo poeta. Ecco le date: tre live al CENART di Città del Messico (17, 26 e 27 giugno), il 18 e il 21 giugno al Teatro Angela Peralta di S-Miguel de Allende e 23 giugno al Parque Guanajuato Bicentenario di Guanajuato.

Attraverso le sue note, Vincenzo Danise propone composizioni originali, che sono state elaborate durante il lungo lockdown, e brani della tradizione napoletana come ‘Torna Maggio’, messicana come ‘Llorona’ e brasiliana e jazzistica come ‘O Bebado e a equilibrista’: “il concetto che ho voluto rappresentare -spiega- è quello della speranza. Speranza che nei progetti del cielo (inteso in ampia rappresentazione: divinità, destino, universo, ecc.) ci sia l’annullamento delle distanze, di qualunque tipo, non solo quelle dovute a profilassi mediche, come il distanziamento causato dalla pandemia: distanze culturali, distanze sociali ed economiche, distanze religiose. E quindi, Ajayò – Vuless’ o cielo’ potremmo tornare ad abbracciarci, uomo e uomo, donna e donna, religioni diverse, culture diverse, divinità diverse, vestiti diversi, ovviamente in questo momento particolare in cui la distanza sociale è imposta dalla necessità di evitare contagi, il significato diventa più forte”.

Dopo il brano di apertura, ‘Ajayõ’, arriva ‘Tango Mediterraneo’, brano dedicato alla città dell’artista, Napoli, e al Mediterraneo: una melodia romantica che avvolge il cuore, l’intelletto, il corpo e il sesso. “Napoli è la capitale della cultura, dell’arte, della musica da secoli. L’ho composta inspirandomi a grandi personalità che hanno rappresentato la mia città nel mondo sia con la musica, sia con la poesia e la filosofia e sia con il calcio: Pino Daniele, Luciano De Crescenzo, solo per citarne alcuni in quanto Napoli da secoli è fucina di tanti artisti napoletani, e Diego Armando Maradona… a loro tutta la mia gratitudine”.

‘Llorona’ è il terzo brano, una canzona folk messicana, la ‘Donna piangente’ è una leggenda messicana, anche se è diffusa, con sfumature diverse, in altri paesi latinoamericani (Costa Rica, El Salvador, Cile, Venezuela), ‘Anima Lunae’ (a Federico)’ è dedicata a un amico di Danise, a cui l’artista riserva una profonda gratitudine. ‘Stella Diana’ si ispira ad una storia vera: Diana è una bambina africana, nata letteralmente in mezzo al mare mentre la mamma attraversava il Mar Mediterraneo per arrivare in Italia, cercando una vita migliore.

‘Note che parlano d’amore (preludio a ballad for emy)’ e poi ‘Ballad For Emy’, composizione dedicata all’ultimo cane di Danise, ma in generale a tutti gli animali del mondo, molto spesso maltrattati e abbandonati da ignobili esseri umani. È una ninna nanna dedicata a loro, che donano amore incondizionato. ‘O Bêbado e a equilibrista’ è un brano di Joao Bosco. ‘Waltz For Queen’ è stata scritta per la Regina Elisabetta ma in realtà è dedicata a tutte le donne del mondo., ogni donna che occupa il nostro pianeta, il nostro Universo è una Regina che merita il rispetto che per troppi anni è stato sottratto insieme ai diritti. ‘Torna maggio’ è un brano storico della tradizione napoletana, scritta da Vincenzo Russo e Eduardo di Capua. ‘Ninnanannaninnanoè’, ninna nanna tutta in napoletana scritta da Pino Daniele.

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