La cantautrice milanese Roberta Usardi con ‘World’ va alla ricerca della propria identità e anticipa l’omonimo Ep

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World’ (La stanza nascosta) è il nuovo singolo della cantautrice milanese Roberta Usardi, che anticipa la pubblicazione dell’omonimo Ep. Il singolo è accompagnato dal videoclip ufficiale, scritto e diretto da Koji Ogawa, fondatore di una società indipendente di produzione video che è diventata punto di riferimento a Tokyo per le produzioni italiane di videoclip e documentari. Il musicista e produttore Salvatore Papotto ha costruito, su di un brano inizialmente per piano e voce, un arrangiamento dalle suggestioni elettroniche dilatate e atmosferiche.

“Ho scritto ‘World’ -racconta Roberta Usardi- ad aprile 2020, interrogandomi su quali fossero le mie mancanze e i miei desideri in un momento storico senza precedenti. A distanza di un anno ho realizzato che la canzone scava molto più a fondo, andando oltre gli eventi che stiamo ancora vivendo.  E’ un brano sulla ricerca della parte più autentica di noi stessi, -sottolinea- sulla voglia profonda di trovare la propria identità svincolandosi delle convenzioni”.

“Per la maggior parte delle riprese -racconta il regista- ho impiegato uno stabilizzatore Ronin, che consente più fluidità, più movimento e, soprattutto in alcune scene chiave, più profondità.  Le uniche scene statiche, dove abbiamo usato il cavalletto, sono state quelle dello specchio, per motivi di effettistica (comparsa e scomparsa della protagonista). Per quanto riguarda l’editing, dato che avevamo quattro momenti importanti (le grate, lo specchio, la stanza e la montagnetta), pur seguendo un filo logico scenico che dalle grate arriva alla montagnetta, passando quindi dalla reclusione alla libertà -prosegue il regista- abbiamo privilegiato un’alternanza delle scene di playback con scene di soggetto/storia.  Tutto questo è stato funzionale alla narrazione di un processo di liberazione fisico, ma anche di un processo di liberazione da uno stato mentale”.

Nel videoclip di ‘World’, spiega la cantautrice “viene descritto un processo di liberazione. All’inizio sono imprigionata, indosso un camice ospedaliero, poi avviene una trasformazione, che passa attraverso la rivelazione allo specchio, fino alla conquista di una dimensione di libertà.  In alcune scene indosso una maschera che proviene dalla cultura giapponese, la volpe, Kitzune, che rappresenta la donna. Secondo la mitologia giapponese la volpe è dotata di grande intelligenza ed è in grado di vivere a lungo e di sviluppare con l’età poteri soprannaturali, tra i quali quello di poter cambiare aspetto e assumere sembianze umane, quelle di una bella donna. Mi affascinano questo sdoppiamento di piani e l’epifania finale”.

 

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