Ligabue, nel ’99 avevo pensato di smettere

Last Updated: 1 Dicembre 2020By Tags:

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(di Daniele Rossignoli) “Nel 1999 avevo pensato di smettere”. A rivelarlo, un po’ a sorpresa, è stato Luciano Ligabue che nel corso di una videoconferenza per presentare le sue due nuove uscite discografiche, ‘7’ e ’77+7′, ha spiegato come “ad ognuno di noi, prima o poi, capiti di perdersi e di ritrovarsi. A me -ha sottolineato- è capitato nel ’99. Venivo da tutta una serie di successi professionali e forse non ero preparato ad affrontare questa realtà. Mi ero reso conto che un certo tipo di visibilità ti espone a tutte le correnti. Mi ero accorto che il successo creava diffidenza, mi rendevo conto che chi parlava con me in realtà non parlava con me ma con l’idea che si era fatto di chi ero io. Questo aveva creato in me una solitudine, che per un personaggio pubblico è uno dei problemi più seri. Ecco perché, ad un certo punto, aveva anche pensato di smettere ma poi una vocina continuava a dirmi come avrei potuto vivere senza i concerti ed allora sono andato avanti”.

Ma cosa avrebbe fatto Ligabue se avesse appeso la chitarra al chiodo? “Certamente -ha spiegato- non sarei tornato a fare il metalmeccanico. E’ stata l’esperienza più tosta fra tutte quelle che ho vissuto. Un’esperienza anche formativa ma veramente difficile. Nei mesi in cui ho fatto il metalmeccanico -ha ricordato- lavoravo ad una macchina che faceva stampi di plastica. Facevo lo stesso movimento ogni 22 secondi. Non venivano mai le sei di sera e non riuscivo a far passare il tempo. Era una vera tortura. Di fronte a me c’era un collega che lo stava facendo da 25 anni e fischiettava tutto il giorno. Il che vuol dire -ha sottolineato- che non siamo tutti uguali, che ognuno di noi ha un approccio diverso alle cose”.

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