INTERVISTA/Claudio Lippi, vorrei provare l’emozione di partecipare al Festival di Sanremo

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(di Daniele Rossignoli) “Avrei voglia di provare quella emozione che non ho mai provato: salire sul palco di Sanremo”. Claudio Lippi, intervistato da IlMohicano, confessa di avere il desiderio di poter partecipare al Festival di Sanremo con un pezzo, pronto già da un anno, “che sono sicuro potrebbe emozionare molti”. Claudio Lippi torna al suo primo amore: la musica e le canzoni. Prima di intraprendere la professione di intrattenitore televisivo, infatti, Lippi negli anni sessanta aveva riscosso un discreto successo proprio come cantante, incidendo una ventina di 45 giri (quindi una quarantina di brani) e due album.

Nel 1972 abbandona il pentagramma per iniziare quella nuova e lunga carriera che l’ha portato ad essere popolare tra il grande pubblico televisivo senza mai, però, abbandonare definitivamente la sua passione per la musica. Nel 2012 su iTunes esce l’album ‘Volare è meraviglioso’, un  omaggio a Domenico Modugno.  “Lo scorso anno -spiega Lippi a IlMohicano- ho presentato un brano ad Amadeus con la speranza di poter partecipare al Festival, ma era l’ultimo giorno utile, i giochi erano ormai fatti e allora l’ho tenuto nel cassetto. Quest’anno, per non sbagliare, l’ho ripresentato a settembre. Speriamo bene…”

“Avrei voglia di quella emozione che non ho mai provato -sottolinea Lippi- salire sul palco di Sanremo non come ospite ma in gara, come tutti gli altri. Mi piacerebbe mettermi alla prova perché so che anche chi ci è salito per decine di volte, l’ultima è come se fosse la prima. Un’ emozione unica e irripetibile. A Sanremo si respira un’aria strana, c’è una atmosfera magica”. Quanto al pezzo “so che detto da me è poco credibile ed è banale ma è come se mi fosse stato costruito addosso, è autobiografico. Mi è molto vicino ed è molto particolare ed emozionante”.

Ma come era nato il Lippi cantante? “La musica -ricorda- era il mio vero e grande amore. Erano tempi durante i quali era normale ci fossero autori che scrivevano su misura, come un sarto, brani per gli interpreti come me. Non c’erano ancor i cantautori ma dal ’72 il mondo della discografia e dell’editoria era cambiato radicalmente, si era trasformato. Erano gli anni dei primi cantautori, coloro cioè che oltre a comporre e scrivere le canzoni le interpretavano. Per i discografici, quindi, diventava più comodo avere in casa il confezionatore del brano: testo, musica e interprete insieme. Ecco quindi che erano spariti gli autori ‘puri’, e il cantautore è diventato, per anni, portatore delle sue canzoni. Nel ’72 mi dissi che se dovevo diventare un ‘travet della musica’ preferivo tenermela come amore, usarla spettacolarmente che è poi quello che ho fatto quando sono passato alla televisione”.

“In ogni caso -prosegue Lippi- non ho mai smesso di cantare e non solo sotto la doccia. Tutte le volte in cui ho un rapporto diretto con il pubblico propongo qualche brano”. Rapporto con il pubblico: ecco cosa vorrebbe fare Lippi in futuro, un programma televisivo che lo metta a contatto diretto con la gente comune: “una cosa che prediligo -spiega- sono le piazze, piene di gente normale. Negli ultimi anni ho visto un degrado dell’umore tra la popolazione. C’è tanta gente che avrebbe molte cose da dire ma che non sa a chi dirle. Il polso delle persone comuni per me è molto importante. Quando parlo davanti a una telecamere -sottolinea- penso di parlare alla gente comune, una quantità di persone, ognuna con le sue problematiche. Quando salgo sul palco per qualche manifestazione nelle piazze, dico sempre che la mia è una sorta di usurpazione perché -conclude Claudio Lippi- al mio posto dovrebbero esserci loro, dovrebbe salire il pubblico”.

 

 

 

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