INTERVISTA/Roberto Cacciapaglia, avverto un ‘risveglio’ di un certo tipo di musica

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(di Daniele Rossignoli) “Avverto un ‘risveglio’ della cosiddetta musica ‘colta’, classica. Lo vedo durante i miei concerti, dove ci sono sempre più giovani, ma non solo, interessati a questo genere di musica. Un interesse che secondo non si era mai assopito, andava solo sollecitato. Ora, da qualche anno, ma soprattutto in questi mesi di isolamento forzato, questo interesse si è risvegliato”. E’ quanto sostiene il compositore e pianista Roberto Cacciapaglia, intervistato da IlMohicano poche ore prima del suo concerto di questa sera in streaming sulla sua pagina Facebook, (www.facebook.com/RobertoCacciapaglia) dove presenterà in anteprima dal vivo il suo nuovo brano ‘Days of Experience’.

“Stiamo vivendo un’epoca -spiega Cacciapaglia- in cui la libertà ha una importanza determinante e la musica senza testo è una musica libera. Quando si ascoltano dei brani solo strumentali, ognuno può metterci le parole che vuole, le sensazioni che prova in quel momento, quello che sente nel suo intimo. La musica è l’arte dell’invisibile, l’arte più intima e sociale. Il lockdown ha avuto tanti aspetti negativi ma ce n’è forse uno positivo, il fatto che ci ha abituati ad essere più riflessivi”.

Durante il lockdown il compositore ha lavorato molto al pianoforte “uno strumento che per me -dice- è come uno specchio, uno specchio acustico davanti al quale mi ritrovo ad occhi chiusi da quando avevo quattro anni. Al pianoforte ho modo di sentirmi in un fluire vasto e senza limiti, ho l’opportunità di trasmettere e di comunicare quello che provo, quello in cui credo. Per questo ho deciso di realizzare una versione per pianoforte solo del mio ultimo lavoro di inediti ‘Diapason’ e di dedicare un intero CD e un nuovo tour a questo strumento, per condividere un’esperienza intima e profonda con chi ascolta la mia musica ed è interessato al mio lavoro”.

“Nei mesi di isolamento facevo tanta meditazione, tanta contemplazione perché quando suono cerco di essere in uno stato profondo. Se raggiungo questo stato -aggiunge- quello che suono è come una freccia che tocca l’ascoltatore e allora è come se suonassi insieme a chi mi ascolta. Il pianoforte è il suono centrale in una dimensione che si espande e le sue emanazioni armoniche diventano raggi che rimangono nell’aria e hanno la capacità di entrare e permeare una dimensione trasparente, un livello profondo. Mentre suono metto in relazione uno stato interiore di presenza con la produzione e la propagazione del suono”.

Cacciapaglia avrebbe dovuto suonare questa sera al Conservatorio, tappa milanese del suo ‘Piano concerto’. L’emergenza sanitaria ha costretto l’artista a spostare la data al prossimo 4 febbraio, affidandosi così alla diretta streaming. “Uno strumento, quello dello streaming -sottolinea- che si è comunque rivelato utile per poter stare a contatto con gli altri. Certo la musica ha bisogno di essere dal vivo -sottolinea- perché le vibrazioni reali non sono mai come quelle che si possono percepire attraverso le onde radio. Il concerto dal vivo è il cuore della musica, dove si trasmette fisicamente ma esibirsi in streaming è comunque particolare perché ci fa sentire tutti vicini anche se di fatto lontani. Il lockdown ci aveva divisi -conclude- ma grazie allo streaming ci siamo uniti più di prima”.

 

 

 

 

 

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