David Zulli, ‘Lo specchio della città (testo)
Qualcuno ha arredato il salotto
nei pressi dei cassonetti
proprio di fronte casa mia
Un divano, un mobiletto
Due poltrone e un tavolino
a beneficio della comunità
Ma nessuno ne ha rivendicato la paternità
nessuno ne ha rivendicato la paternità
Qualcun altro ha pensato bene
di donare per pranzi e cene
la cucina, il frigorifero ed il bar
E per non farci mancare niente
c’era anche un piccolo salvagente
l’asse del cesso e uno spazzolone per comodità
e uno specchio che riflette la città
uno specchio che riflette la città
Quella volta che ho ringraziato
non sono stato molto apprezzato
avranno pensato che fosse un eccesso di vanità
E non c’è spazio per il confronto
parto convinto ma poi mi smonto
Come l’armadio lasciato per strada qualche giorno fa
C’era una rete col materasso
un piedistallo un po’ troppo basso
ma è tutto in omaggio, non mi posso lamentare
Un divano, un mobiletto
Due poltrone e un tavolinetto
a beneficio della comunità
Ma non hanno rivendicato la paternità
no, non hanno rivendicato la paternità
Il giradischi ma senza vinili
senza le casse – ma che incivili!!!
forse se aspetto, qualcuno le porterà
Anche se in mezzo a tutto quel marasma
avrei gradito lo schermo al plasma
la radiolina forse mi basterà
e uno specchio che riflette la città
uno specchio che riflette la città
Quella volta che ho ringraziato
non era per essere considerato
La gratitudine dovrebbe esser la normalità
E non c’è spazio per il confronto
parto convinto ma poi mi smonto
Come l’armadio lasciato per strada
Come la borsa fasulla di Prada
Come la rete con il materasso vicino al sofà
Quella volta che ho ringraziato
non sono stato molto apprezzato
La gratitudine dovrebbe esser la normalità.